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KarmaKOMA
EDITORIA - Scandalo in senato Il Carroccio salva la «casta» dei giornali
Piano piano, sotto voce e con un certo imbarazzo. Ma l'emendamento della vergogna c'è.

I senatori della Lega Luciano Cagnin e Roberto Mura hanno depositato in commissione attività produttive al senato un emendamento al ddl 1195 che, tra le altre cose, riguarda i fondi pubblici all'editoria, un codicillo che ripristina il diritto soggettivo al contributo dello stato solo per i giornali di partito e, già che c'erano, anche per i quotidiani «ex articolo 153», cioè quelli di ex movimento politico. Per capirci, testate come il Foglio, Libero e il Riformista, che negli passare degli anni si sono definiti organi di fantomatici movimenti politici come quello monarchico (Libero) o «per la giustizia» (Foglio).Un'ipotesi come minimo «consociativa» se non «castale» che per fortuna almeno per il momento non trova proseliti nemmeno nella maggioranza. Va ricordato che per ora l'unica testata che mantiene il diritto all'aiuto di stato è, chissà perché, Radio radicale. Ma ripristinarlo solo per alcuni quotidiani e non per tutti - come sostengono da mesi il manifesto insieme ai sindacati di giornalisti (Fnsi e Stampa romana) e dei poligrafici (Cgil, Cisl, Uil e Ugl) e degli edicolanti (Sinagi) - sarebbe una vergogna: «Un fatto grave e discriminatorio» che penalizza le cooperative vere. Il tentativo di creare un regime speciale per chi ha voce in parlamento e chi no. Non è un caso che nel centrodestra siano stati eletti «editori» particolari come Antonio Angelucci (Libero e Riformista), ******** (Roma), Ciarrapico. Stupisce e appare un infortunio che tra i firmatari dell'emendamento-vergogna ci sia anche Roberto Mura, senatore che ben conosce la delicatezza del diritto all'informazione, che per anni ha amministrato la Padania, e che non a caso insieme a politici di tutti i partiti come Vita (Pd) e Butti (An-Pdl) ha firmato anche emendamenti più coerenti e presentabili come la proroga ai tagli per il 2009 e il ripristino del diritto soggettivo per tutti i giornali a rischio. Stupisce soprattutto perché se passasse l'emendamento Cagnin la distribuzione dei fondi pubblici ai giornali rasenterebbe la follia. Il governo così tutelerebbe solo le testate dei grandi gruppi quotati in borsa (come i «liberisti» Rcs, Mondadori, Espresso e Sole-24 Ore) e i quotidiani di partiti sia veri che finti. Gli unici penalizzati insomma resterebbero gli editori indipendenti, in cooperative no profit e di idee come il manifesto o Avvenire insieme a una sessantina di testate quotidiane o periodiche. «Un'operazione assurda e inaudita - denuncia Mediacoop - che di fatto sancirebbe la morte della legge per l'editoria».


http://www.mediacooponline.it/?id=864

E beh coerenti come sempre :asd:

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