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.dsy:it. .dsy:it. ~ AlphaGamma's journal ~ A Silvia
 
A Silvia
21-09-2003 13:31
»

Silvia, rimembri ancora
Quel tempo della tua vita mortale,
Quando beltà splendea
Negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
E tu, lieta e pensosa, il limitare
Di gioventù salivi?
Sonavan le quiete
Stanze, e le vie dintorno,
Al tuo perpetuo canto,
Allor che all'opre femminili intenta
Sedevi, assai contenta
Di quel vago avvenir che in mente avevi.
Era il maggio odoroso: e tu solevi
Così menare il giorno.
Io gli studi leggiadri
Talor lasciando e le sudate carte,
Ove il tempo mio primo
E di me si spendea la miglior parte,
D'in su i veroni del paterno ostello
Porgea gli orecchi al suon della tua voce,
Ed alla man veloce
Che percorrea la faticosa tela.
Mirava il ciel sereno,
Le vie dorate e gli orti,
E quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
Lingua mortal non dice
Quel ch'io sentiva in seno.
Che pensieri soavi,
Che speranze, che cori, o Silvia mia!
Quale allor ci apparia
La vita umana e il fato!
Quando sovviemmi di cotanta speme,
Un affetto mi preme
Acerbo e sconsolato,
E tornami a doler di mia sventura.
O natura, o natura,
Perchè non rendi poi
Quel che prometti allor? perchè di tanto
Inganni i figli tuoi?
Tu pria che l'erbe inaridisse il verno,
Da chiuso morbo combattuta e vinta,
Perivi, o tenerella. E non vedevi
Il fior degli anni tuoi;
Non ti molceva il core
La dolce lode or delle negre chiome,
Or degli sguardi innamorati e schivi;
Nè teco le compagne ai dì festivi
Ragionavan d'amore.
Anche peria fra poco
La speranza mia dolce: agli anni miei
Anche negaro i fati
La giovanezza. Ahi come,
Come passata sei,
Cara compagna dell'età mia nova,
Mia lacrimata speme!
Questo è quel mondo? questi
I diletti, l'amor, l'opre, gli eventi
Onde cotanto ragionammo insieme?
Questa la sorte dell'umane genti?
All'apparir del vero
Tu, misera, cadesti: e con la mano
La fredda morte ed una tomba ignuda
Mostravi di lontano.


Che bello poter rileggere la poesia senza dover studiarne la parafrasi... ;)
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Commento di Ste Ramone
21-09-2003 13:31
»
Ho sempre sostenuto ke la parafrasi uccidesse la poesia. e ne sono tutt'ora konvinto. ciò ke una poesia ti trasmette nn si puo riscrivere in altro modo. ci son le parole ke servono. ne piu ne meno. maledetti prof.

Commento di korn
21-09-2003 13:31
»
chissà perché, ma [i]stranamente[/i] appena fuori dal liceo ho ripreso in mano di mia spontanea volontà alcuni testi letterari sia in italiano che in latino e mi sono piaciuti moooooooolto più di prima. sarà forse perché non ero più [i]obbligato[/i] a farlo e a dover rispondere a domande ridicole?

Commento di Serpico
21-09-2003 13:31
»
bè però la parafrasi serve a "capire" più profondamente dei concetti. la poesia la leggi così com'è e ti da delle sensazioni, ma a volte certi concetti sfuggono... anche adesso leggendo delle poesie trovo delle note a margine molto utili... la parafrasi forse serve per dare un senso ulteriore a ciò che si legge. che so, mi viene in mente il paradiso di Dante... senza parafrasi è impossibile! (e senza conoscere tutte le connotazioni storiche che ci sono sotto, ancora meno...) cmq a me piace troppo "l'infinito"...

Commento di Serpico
21-09-2003 13:31
»
anzi, mò la posto: Sempre caro mi fu quest'ermo colle, E questa siepe, che da tanta parte De l'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminato Spazio di là da quella, e sovrumani Silenzi, e profondissima quiete Io nel pensier mi fingo, ove per poco Il cor non si spaura. E come il vento Odo stormir tra queste piante, io quello Infinito silenzio a questa voce Vo comparando: e mi sovvien l'eterno, E le morte stagioni, e la presente E viva, e 'l suon di lei. Così tra questa Infinità s'annega il pensier mio: E 'l naufragar m'è dolce in questo mare. (dopo aver letto questa poesia, non c'è uno smile strasognato con la testa fra le nuvolette? :) )

Commento di Ste Ramone
21-09-2003 13:31
»
credo la parafrasi è "un'interpretazione". e ognuno ha la sua. nn kredo nelle parafrasi, nn ci posso far nulla. l'arte è arte. nn ha bisogno di spiegazioni.

Commento di AlphaGamma
21-09-2003 13:31
»
Ho postato "A Silvia" perche' quella poesia quando la lessi rappresento' (insieme al "sabato del villaggio") in un certo qual modo l'idea che avevo della vita in quei giorni. Certamente le parafrasi possono essere utili, altra cosa è doverle studiare e soprattutto prenderle per oro colato, quando nessun professore ti voleva chiedere "dimmi con parole tue cosa provi e cosa pensi quando leggi questa cosa". Tantopiu' che le parafrasi dietro a paroloni roboanti nascondevano banalità o piu' spesso castronerie mostruose... per intenderci e' abbastanza eloquente il film "l'attimo fuggente"...

Commento di Serpico
21-09-2003 13:31
»
alfa mi hai tolto le parole di bocca... stavo per citare l'attimo fuggente... :) cmq il discorso è proprio questo: dover fare certe cose per forza, doverle studiare... ho letto più poesie finito il liceo che durante... è normale, cresci e sviluppi uno spirito critico "autonomo"... ma penso che le basi è giusto che te le dia la scuola, è giusto sapere cosa ne pensa la "critica" ufficiale, per potersi fare poi un'idea propria. d'altronde le persone che prendono per oro colato ciò che leggono, non capirebbero nulla comunque...

Commento di Ste Ramone (non registrato)
21-09-2003 13:31
»
concordo. anche se parlerei di sentire piu che capire.

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