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.dsy:it. : Powered by vBulletin version 2.3.1 .dsy:it. > Community > Forum De Bell Tolls > [Racconto] Un sogno in 7 giorni
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Post [Racconto] Un sogno in 7 giorni

PREMESSA

Questa è una storia che ho iniziato a scrivere a 16 anni, in un periodo nel quale ero follemente innamorato di una ragazza...ieri sera l'ho ritrovata nel mio PC, l'ho ricostruita e ho deciso di postarla qui, capitolo per capitolo....prima di postare ogni capitolo lo rileggerò per correggere gli errori dovuti alla scrittura di un 16enne...:D
Essendo un semplice principiante non aspettatevi chissà cosa, ma visto che l'ho ritrovata e visto che sul dsy c'è un'area apposita per queste cose...beh...ho deciso di postarla....spero vi piaccia...:D almeno un pochino!

Ale....

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Qui trovate il forum per i commenti sul racconto, così non si intasa questo 3d....

http://webtool.html.it/servizi2/for...essageid=447197

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CAPITOLO 1: I PREPARATIVI

Socchiusi gli occhi………mi voltai a sinistra per dare uno sguardo all’orologio del videoregistratore…con molta fatica, per gli occhi ancora “assonnati”, riuscii a identificare i numeri…le 5.30…lo stereo si era acceso, la radio aveva iniziato a sopraffare il silenzio notturno, totale, classico di un orario come quello. Stava svolgendo per l’ennesima volta il suo compito, come aveva fatto durante tutto l’anno scolastico appena concluso, in cui mi dava il risveglio con una canzone sdolcinata oppure scaraventandomi giù dal letto a ritmo d’Offspring o di Blink 182…si perché, conoscendomi, impostavo il volume alto abbastanza da dovermi alzare e abbassarlo per evitare di svegliare tutto il palazzo…ma quello non era un semplice, monotono, noioso giorno di scuola. Era una domenica. Era “quella” domenica, il 25 Giugno 2000. La scuola non c’entrava più, era finita! Ero stato promosso, senza troppe difficoltà, fortunatamente. Anche i miei migliori amici avevano passato l’anno: Luca, Michele, Carlo, Marco, Manuela, Elisa, e poi Emily, per lei essere promossa fu una formalità. Figuriamoci, secchiona com’era! Passava tutto il giorno a studiare come fosse la cosa più naturale di questo mondo, chissà come faceva... Guardavo i suoi voti e a volte mi veniva davvero da suicidarmi…
Eh no, quella non era una giornata qualunque, era l’inizio di un’avventura – Sarà una settimana meravigliosa! – pensai.
Avrei trascorso una settimana intera al mare, solo con i miei migliori amici, non ci volevo credere, ma era vero, tutto incredibilmente vero!!!
Mi strofinai gli occhi, ancora mezzo addormentato: erano ormai due settimane che dormivo fino alle 11, ma dovevo alzarmi – Non posso addormentarmi proprio oggi! – continuai a ripetermi, fino a quando non puntai le mani ai lati del letto e mi tirai su a fatica, i muscoli quasi non reagivano, ma alla fine ci riuscii.
A differenza dei giorni di scuola, quella mattina era tutto pronto, tutto perfetto (per una volta mi ero organizzato!). La valigia era stata preparata la sera prima: lo zaino con tutte le altre cose, importanti o meno, era ancora aperto, ma mancavano due o tre oggetti per riempirlo, le ultime cose da decidere se portare o meno prima di partire.
M'infilai le pantofole, e pian piano mi avviai verso il bagno: avevo ancora gli occhi semichiusi, ma la distanza era poca, e una volta tanto non picchiai la testa da nessuna parte………mi feci una bella doccia…lasciai il getto d’acqua calda massaggiarmi la schiena per qualche minuto mentre pensavo a tutti i contorni della settimana che avrei trascorso….– Ah…una bella doccia calda ci voleva proprio!!! – dissi tra me e me quando finii.
Tornai in camera, un’altra occhiata verso l’orologio, le 6: le previsioni della sera prima davano bel tempo, ed erano esatte…nonostante non ci credessi molto, per una volta il colonnello di turno aveva azzeccato tutto. Infatti, una volta aperte le persiane, mi accorsi che il sole stava salendo, il cielo era terso, senza una nuvola, semplicemente perfetto. Presi i vestiti che avevo appoggiato sulla sedia la sera prima, e mi vestii con calma, nonostante fossi molto agitato: quei 7 giorni sarebbero stati i più importanti della mia vita, e ne ero consapevole, quella era l’OCCASIONE per eccellenza, sarei stato una settimana a stretto contatto con lei, e non correvo nessun rischio di prese in giro: con noi c’erano le poche ma uniche persone su cui potevo contare veramente e senza alcun timore.
Una volta terminata la colazione con il classico latte e cereali, finalmente ero pronto per uscire: stranamente ero in anticipo, così controllai lo zaino per essere sicuro di non aver dimenticato nulla. Avrei portato con me un po’, anzi, molte cassette da ascoltare, un mazzo di carte, e il mio computer portatile, tanto per tenermi in allenamento…
Mia mamma intanto si era svegliata, uscì dalla camera e venne a cercarmi per vedere se ero ancora in casa

-Tutto a posto?
-Si, ho preso tutto, o almeno spero…quando arriva papà vado…
-Ragazzi fate attenzione…
-Mamma, non ti preoccupare, stiamo via una settimana, non un anno!! E poi siamo abbastanza come numero e abbastanza grandi da poter resistere da soli…
-Stai uscendo adesso?
-Beh, sono… cavolo!!! Sono già le sei e mezza!!! È meglio che vada, il pullman parte alle 7 e un quarto!! Spero che i mezzi per una volta passino in tempo…

Dall’essere in anticipo mi trovai subito in ritardo, perché non trovavo il carica batterie del mio cellulare, così un po’ frettolosamente salutai la mamma, mio papà era ancora in giro a lavorare e Tommy, il mio cagnolino, era con lui: li avevo già salutati la sera prima, per cui non c’era più motivo di aspettare. Presi il telefonino, il walkman, la valigia e lo zaino, e uscii di casa con il classico passo di uno che ancora pensa di avere la testa nel cuscino.
Se c’era una cosa non prevista era la strada da fare per arrivare al Castello, dove si trovava il pullman che ci avrebbe portati in “vacanza”: decisi così al momento, e aspettai l’autobus alla fermata di fronte casa mia, la fermata che ormai da tre anni segnava l’inizio del mio tragitto verso scuola: - Oggi si cambia destinazione! -, mi dissi guardando indietro…per fortuna l’autobus stava arrivando, e una volta salito trovai libero anche il mio posto preferito, quello dal quale si può vedere la strada. Mi sedetti, posai lo zaino vicino alla valigia, e guardai il telefono: “Calls: 1”, una chiamata senza risposta (tenevo la lingua inglese perché mi piaceva di più), era Luca, e così gli risposi. Pensai che anche per lui sarebbe stata una bella settimana, finalmente solo con la sua Manu, come voleva da tanto tempo. Il suo ex l’aveva lasciata in malo modo dopo avergliela portata via, non senza qualche discussione. Ma ormai era finita, e Luca poteva stare tranquillo, forse quella sarebbe stata la volta buona che più nessuno s'intromettesse tra lui e il suo amore.
Poi c’erano gli altri: Elisa, che in coppia con Emy si sarebbe divertita un casino, i tre “Moschettieri”!! Marco, Michele e Carlo, il terzetto del basket: si conoscevano da un casino d’anni, erano amici per la pelle. E per la loro gioia ero riuscito e far venire anche lei, Valentina, ogni volta che ci pensavo mi dicevo – Chissà che roba quei quattro, ci sarà da ridere! -.
E di sicuro non poteva mancare Claudio, lui non ebbe problemi a venire, i suoi si fidavano di lui, la sua ragazza Barbara, invece, ebbe qualche discussione con i propri parenti, ma alla fine riuscì a far parte del gruppo. C’era ancora una persona, quella che doveva fare da “Tutor” per noi minorenni, ed era Enrico, il cugino di Luca, un ragazzo come ce ne sono pochi in giro: gli venne assegnato l’arduo compito di farci da guardia, ma ce l’avrebbe fatta sicuramente. Aveva 19 anni, per cui con lui si poteva stare tranquilli, ed in ogni caso c’era bisogno di qualcuno più grande di noi, i nostri genitori si sarebbero fidati di più sicuramente..ed era, tutto sommato, giusto così.
Tra questi pensieri arrivai al capolinea della 65, erano le sette meno dieci
– Porca miseria una volta che devo essere in anticipo sono in ritardo!!! -. Infatti era vero, quando non ce n’è bisogno sei in anticipo, quando si deve essere puntuali per forza, accade sempre qualcosa. A scuola per esempio l’entrata era alle otto meno dieci e io alle sette e 35 girovagavo già nei dintorni… quel giorno invece rischiavo di perdere il pullman!!!
Un miracolo divino fece sì che la metropolitana arrivasse all’istante
- Meno male che devo fare solo tre fermate! – In pochi minuti ero alla fermata del Castello, guardai subito l’orologio, erano le sette e dieci!!! Cominciai a correre nonostante i pesi della valigia e dello zaino, e in pochi attimi fui in superficie, ma quando guardai bene la strada non vidi anima viva…pensai subito che il pullman fosse già partito, poi sentii una mano appoggiarsi sulla spalla…

-Ti sei spaventato, eh? Mi chiese Luca
-Cavolo pensavo che mi aveste abbandonato! Ma il pullman dov’è?
-È dietro l’angolo, hanno spostato la fermata!

Tirai un sospiro di sollievo, e seguii Luca fino a quando non vidi gli altri, ero proprio l’ultimo!!

-Allora cos’è questo ritardo? A scuola arrivi per primo e in vacanza non ci vuoi andare? Incalzò Elisa
-Mamma mia quante storie, e poi non sono ancora le sette e un quarto, perciò…zitti!!!

C’erano proprio tutti: i tre Moschettieri, Manuela, Valentina, Claudio, Barbara, Enrico, Luca, Elisa, e naturalmente c’era anche Emy. Quando la vidi cominciò a battermi il cuore al solo pensiero che i miei occhi l’avrebbero vista per tutto quel tempo!
Ma non c’erano solo loro, c’erano anche tutti i genitori, e c’era anche mio papà con Tommy. Avevano fatto giusto in tempo per venire a salutarmi: infatti dopo pochissimo tempo fummo chiamati per caricare i bagagli, e dopo i saluti e le raccomandazioni da parte dei nostri cari, arrivò il momento di salire sul pullman, in fila indiana, uno dopo l’altro. Una volta pronti, pensai che ci sarebbe stata la solita lotta per i posti a sedere: sì, i biglietti erano numerati, ma essendo in 12 potevamo scambiarceli, tanto nessuno avrebbe detto nulla…invece no, sembrava che tutti già sapessimo come ci dovevamo disporre, ed infatti Luca si mise vicino a Manuela, Claudio accanto alla sua ragazza, io affianco ad Emy, Valentina con Michele, Marco con Carlo e infine Elisa con Enrico. Sistemate le ultime cose tutto era pronto: ci fu il tempo per gli ultimi saluti dai finestrini e poi il motore si accese, così come l’aria condizionata (quella mattina c’era un gran caldo). Pochi attimi, e il pullman iniziò a muoversi

-Ragazzi…si parte!!! Esclamai, ci aspettava una gran settimana!!


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CAPITOLO 2: IL VIAGGIO

Così iniziò il nostro viaggio: sarebbe durato più di 4 ore, così decisi di prendere il walkman per ascoltare un po’ di musica con Emy: aprii lo zaino e presi una cassetta con un po’ di canzoni registrate dalla radio…
-Emily vuoi asc…Enrico? Che ci fai qui?!
-Emily voleva parlare un attimo con Elisa e così le ho lasciato il posto un momento…
-Ah, va bene…
-Cominciamo bene – pensai tra me e me – se s’inizia così finirò morto, altro che bella settimana! –
I miei malumori però si spensero subito, infatti Emy tornò poco dopo:
-Scusa, dovevo chiedere una cosa all'Elisa
-Non fa niente……sai…
-......Sai?
-Non avrei mai creduto che saresti cambiata così, solo un anno fa eravamo così divisi, ed ora stiamo andando in vacanza insieme…
-Eh, se ero stupida non è colpa mia, comunque è acqua passata, non ci voglio più pensare……
Sì, era un’altra Emy, era quella che mi piaceva veramente: poco tempo prima, quando era tornata a parlare con me, credevo fosse qualche altra presa in giro, ed invece era proprio lì…era incredibile…
-Ehi cosa stai ascoltando?
-Niente di particolare….qualche canzone registrata a casa...
-E a me una cuffia non la dai?!
-Te la volevo dare ma te ne sei scappata come al solito!!! Tieni…..
-Grazie!
Intanto Michele, Carlo e Marco stavano parlando con Valentina: anche lei era cambiata ultimamente, aveva mollato definitivamente quell'ossessione vivente del suo ragazzo, non aveva più quegli schizzi che ogni tanto la distinguevano, come la fissa delle 300 lire sul cellulare in modo da non poter rispondere ai messaggi e via dicendo…Michele di tutto ciò era molto felice, anche se non lo dava a vedere….anche per lui si preannunciava una settimana di passione, adesso che la sua diletta era cambiata. Elisa, Manu e i cugini Luca e Enrico intanto parlavano della scuola, di com’era andato l’anno e di come Luca avesse passato l’anno per il rotto della cuffia. Manuela se l’era cavata discretamente, Elisa anche. Enrico lasciamo stare, passò l’anno con la media dell’otto in quasi tutte le materie! Prometteva davvero bene, il ragazzo…Infine c’erano Claudio e Barbara, relegati nei due posti in fondo al pullman, che si scambiavano effusioni, approfittando della non curanza del resto del gruppo…
Intanto io ed Emy continuavamo ad ascoltare i Back da un po’ di tempo, così decisi di cambiare:
-Hai voglia di sentire gli 883?
-Va bene, che cassetta metti?
-Una che ho fatto io, ho messo quelle che mi piacciono di più…
…e che avevo registrato per l’occasione: infatti nello stesso lato avevo inserito le canzoni più sdolcinate di Max Pezzali: Ti sento vivere, Senza averti qui, Se tornerai, Andrà tutto bene, Non mi arrendo, Una canzone d’amore, Come mai, Nient’altro che noi… manco l’avessi fatto apposta…per certe situazioni avevo una cura maniacale nel preparare i dettagli, e quando c'era lei ogni volta doveva essere tutto perfetto...gli 883 mi accompagnavano da anni con le loro canzoni, e sapevo anche a lei piacevano….
Sostituii la cassetta…- play - , e ogni tanto, su qualche strofa che sembrava scritta apposta per noi due, non mancava qualche sguardo da parte sua, seguito da un sorrisino ironico, ma come al solito stupendo, splendente…
Man mano che passava il tempo però cominciava a venirmi sonno, e a poco a poco sentivo sempre meno la musica, gli occhi mi si chiudevano da soli………………………………………
- Maaaax……Maaaaaax…dobbiamo scendere -

Mi sentii chiamare a bassa voce, era Elisa…eravamo a metà tragitto, in un autogrill vicino a Modena. Aprii gli occhi…Emy si era addormentata addosso a me, con la testa appoggiata sulla mia spalla sinistra…qualcuno aveva spento il walkman vedendoci addormentati…svegliarla mi sembrava un delitto, ma in fondo dovevamo scendere…mi voltai, la guardai, era così bella…accarezzandole il viso con la mano, la chiamai, e lei socchiuse gli occhi a poco a poco: quando mi guardò le dissi che dovevamo fare una pausa e che eravamo a metà viaggio.
Appena scesi, accendemmo i telefonini e poco dopo, come d’altronde era immaginabile, tutti i cellulari iniziarono a squillare facendo un caos incredibile, non si riconosceva una sola suoneria!!! Tutti i genitori furono tranquillizzati: così entrammo in autogrill..vicino a me, di fronte ai panini, trovai Manuela
-Come va Max?
-Abbastanza bene,grazie...
-Solo abbastanza? Da quanto vedo va più che bene!
-Beh sì...in effetti....comunque poco spazio alle illusioni...
-Va bene, va bene...cosa prendi? Io un bel panino col prosciutto, ho una fame....
-E quando mai non hai fame….
-Stronzo….ma tanto non ingrasso!!!
-Si si, noto…anzi mangia un po’ di più che tra poco non ti vediamo….comunque prendo anch'io un panino...ti seguo dai…
In effetti Manuela era uno di quei casi che non capivo….mangiava tantissimo ma pesava meno di 50 kg….ma in ogni caso era molto carina….capelli lisci castani…lunghi….due occhi molto belli e dal colore scuro….Non avevo mai capito la psicologia di quella ragazza...fin dal primo anno l'avevo trovata strana, enigmatica...ma non stupida, era molto intelligente, anche se certi suoi comportamenti negli anni passati non le avrebbero dato questo aggettivo....anche lei, oltre ad Emy, pareva cambiata, ma bisognava aspettare...spesso si era smentita da sola...
Dopo aver preso qualcosa da mangiare, tutti risalimmo sul pullman pronti per affrontare la seconda metà del nostro viaggio. Mentre stavamo riprendendo i nostri posti Claudio mi guardò e si mise a ridacchiare…
-Cos’è quel sorrisino Cla?
-Hai una faccia che non ti avevo mai visto prima…
-Non ti capisco…
-Sì che mi capisci…- poi, avvicinandosi per non farsi sentire-…è la tua settimana, sfruttala bene…- lo guardai, e contraccambiai il sorriso…
Anche Luca e gli altri mi guardarono in modo strano, ma feci finta di nulla. Michele sì avvicinò…
-Ho spento io il walkman, ho visto la situazione e ho pensato di spegnere…
-Ok, grazie
Mi stavo per sedere quando notai che Emy mi aveva rubato il posto vicino al finestrino, sapeva benissimo che mi piaceva stare lì, e quando la guardai mi disse solo – Ti prego…- e così le lasciai il posto, come potevo resistere a quegli occhi così dolci…..
Il pullman riprese il suo cammino, metà strada ce l’eravamo ormai lasciata alle spalle, e questa volta la testa sulla spalla me l’appoggiò subito, appena mi sedetti, e così ricominciammo da dove eravamo rimasti, riaccesi il walkman, ma dopo qualche minuto le pile mi abbandonarono così dovetti spegnere…
-Pile scariche, devo spegnere…(commento seguito da varie maledizioni per non averci pensato prima….)
-Vabbè, fa niente……com’è quel posto? Non ne ho la minima idea!
-È un posto tranquillo, piccolino, ma ci si può divertire comunque
-Ti toccherà farci da guida, visto che lo conosci solo te!
-Beh, non ci sarà molto da girare, di sicuro ci sarà molta gente, e la maggior parte dei ragazzi che ci sono vengono da Milano,per cui…ci divertiremo, non c’è dubbio!
Intanto Michele e Valentina si erano messi a parlare del loro rapporto, Michele non voleva perdere tempo…
-E adesso cosa vuoi fare?
-In che senso?
-Cioè adesso che l'hai lasciato……cosa vuoi fare?
-Boh! Cosa ne so!……Non lo so, ne sono appena uscita (ed era un bene) per cui adesso vorrei aspettare un attimo prima di fare qualcosa…
-Sì ma è brutto stare senza nessuno, e poi sei tu che hai lasciato lui, non lui che ha lasciato te, per cui non dovresti averne sofferto…o no?
-Beh…si è vero, però non è che quando lasci uno tu sei contento, ti spiace un po’ per lui…
-Allora ti dispiace averlo lasciato!
-Un po’ si, però era troppo geloso, una cosa allucinante!
-E allora deciditi, o ti dispiace o ti va bene così……
-Non lo so neanch’io!
-Mamma mia come siete, oh! Prima dite una cosa, dopo due secondi né dite un’altra, non vi capirò mai…
Marco, Carlo e Cla stavano parlando di basket, la notizia del ritorno di Michael Jordan aveva fatto scattare in loro un senso d’esaltazione pura, come successe per me pochi giorni prima, quando Schumacher vinse l’ennesima gara della stagione, in Canada, successo che lo proiettò verso la vittoria del suo primo Mondiale con la Ferrari.
Luca ed Enrico intanto stavano chiacchierando a proposito di Manuela, Luca si era finalmente deciso a confidarsi con suo cugino, che fino a quel momento era stato al corrente di poco o niente sui problemi sentimentali che ultimamente avevano colpito il suo quasi coetaneo.
-…e alla fine sì, lui l’ha lasciata…
-Bello stronzo!
-Proprio, prima me l’ha portata via e poi l’ha mollata, ce n’è tanti così.
-E adesso come va?
-Sembra che abbia messo a posto la testa, speriamo in bene…
-Ma sì, passerà, vai tranquillo…dalle solo un po’ di tempo! Max? Lo vedo bene in questo periodo…
-Sì, credo che questa sia la volta buona perché si metta con lei, ormai è tanto che ci prova, sarebbe anche ora, per lui e per noi…
-Per voi?
-Ci fa due palle…
-Sì ma voi non potete mica dirgli d’arrangiarsi…in fondo anche tu sei stato male per Manuela, perciò dovresti sapere come si sente uno in quei momenti…lui ti ha aiutato quando eri in crisi con la Manu?
-Sì, mi ha aiutato…
-E allora tu devi fare lo stesso con lui, anche se come vedo per ora non ha bisogno d’aiuti…spero che gli vada bene, è un ragazzo tranquillo…
-Sì, questo è vero…
-A proposito, guardali…
-Dove sono?
-Là in fondo……
E si, eravamo nella prima delle 6 file di posti, che occupavano il lato destro del pullman, dalla metà in poi. Nonostante l’aria condizionata c’era davvero un gran caldo, così decisi di togliermi la felpa, ma Emy intanto si era ancora addormentata, e allora mi limitai a sollevarmi le maniche e ad aumentare la quantità d’aria fresca sulla mia testa. Non sapendo cosa fare, ricominciai a fissarla. Ogni volta che lo facevo, mi accorgevo sempre più di quanto per me fosse importante quella ragazza, e rimanevo lì imbambolato a chiedermi come fosse possibile che tante qualità si incontrassero in una sola persona: intelligenza, dolcezza, sensibilità, bellezza…aveva tutto, non le mancava niente. In tanti mi avevano dato dello scemo perché continuavo ad andarle dietro, sperando in qualcosa che per loro era impossibile, ma io non avevo mai mollato, perché anche nei momenti peggiori che io e Emy avevamo passato,in fondo avevo sempre avuto fiducia in lei, e il tempo, anche se molto, in parte mi stava ripagando della fiducia che riposi in lei. Stavamo andando in vacanza insieme, ogni giorno che passava il nostro rapporto migliorava, ci conoscevamo in tutto e per tutto, mancava solo una cosa, quella cosa…Eh sì, per lei ne passai tante, subii umiliazioni d’ogni tipo, fui distrutto psicologicamente. C’erano dei giorni che mi chiedevo cosa ci facessi al mondo, quale fosse il mio ruolo nella vita, e la risposta era sempre “niente”. Ma in quel periodo tutto stava cambiando, il tempo mi aveva dato ragione. Adesso tutto era rose e fiori, e niente e nessuno avrebbe più potuto dividerci…
E mentre questi pensieri mi passavano nella mente, io ero lì, e continuavo ad osservarla: i suoi lineamenti perfetti, i suoi occhi, la sua bocca, i suoi capelli. Non aveva un minimo difetto, e anche a trovarne uno per forza, era difficile dire cos’avesse di sbagliato.
Ad un tratto aprì gli occhi, mi colse di sorpresa mentre la stavo fissando…
-Allora? Cosa c’è?
-Niente…perché?
-Tu mi stavi guardando…e visto che stai diventando rosso ho ragione!
-Ehm…ok….Non posso?
-Sì che puoi, ma il perché non me l’hai detto!
-Perché…
-Perché…?
-Perché sei stupenda……
Mi guardò per qualche secondo, poi mi sorrise…
-Grazie…
Intanto Claudio si era avvicinato a me…
-Oh Max quanto manca, non ce la faccio più, sto facendo le radici!
-Eh? Ah….Ehm….Allora...sono le 11, credo manchi poco, quando il pullman comincerà a fare le prime fermate dovremo cominciare a prepararci…comunque non manca molto davvero...tranquillo….
L’ultima volta che andai al Lido degli Scacchi ( la nostra meta si chiamava cosi’) era stato due anni prima, ci arrivai da solo, sempre in pullman, e giunsi a destinazione alle 11 e mezza, per cui fui piuttosto sicuro nel dire a Claudio che anche quella volta mancasse poco al nostro arrivo.
Faceva parte dei Lidi Ferraresi, sulla costa adriatica, qualche km più a sud c’erano Rimini e Riccione, le capitali d’Italia per quanto riguardava le vacanze estive.
Le mie previsioni erano giuste, infatti il pullman iniziò a fare le prime fermate, così io e gli altri cominciammo a prepararci…
-Attenzione…la prossima fermata è per il Lido degli Scacchi…- annunciò l’autista del pullman…
-Ecco, è la nostra! Dissi agli altri.
Ci fu un sospiro di sollievo generale, 4 ore fecero venire i crampi alle gambe a tutti. Ancora pochi metri e saremmo arrivati. Il nostro mezzo attraversò l’ultima rotonda, prima di immettersi nell’ultimo vialone prima del nostro arrivo……
Prima di scendere presi dallo zaino le chiavi delle case che ci avrebbero ospitato, e una volta che il pullman si fermò e la porta principale si aprì, ad uno ad uno scendemmo. Pochi secondi e già si respirava aria di mare. L’autista ed un suo collega scesero, e visto che eravamo in dodici, ci diedero una mano nel trovare tutti i nostri bagagli. Una volta controllato che tutte le valigie fossero state riconsegnate ai legittimi proprietari, ci salutarono, e risalirono sul pullman, che poco dopo riprese la sua corsa…


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CAPITOLO 3: LE CASE

Per sicurezza ci contammo…

-Allora: Enrico, Luca, Elisa, Manu, Michele, Carlo, Marco, Simo, Barbara, Valentina, io…direi basta, undici!
-E a me dove mi metti?
-Ah già, scusa Emi, di te non mi ricordavo…
Ovviamente stavo scherzando, lei mi guardò male come per dire “non farlo più” e io l’abbracciai…
-Come potrei dimenticarmi di te…- le sussurrai in un orecchio, e lei mi fece un sorriso.

Terminato il siparietto, mi misi alla guida del gruppo, per fortuna la strada da percorrere era poca, i bagagli pesavano come macigni, ma non facemmo in tempo a girare al primo incrocio che già si udirono i primi lamenti…

-Maaax, sai per curiosità, dove cavolo sono le case?
-Luca mamma mia! Abbiamo fatto 50 metri e già rompi? Ma sei nato stanco? Muoviti, per tua fortuna manca poco!!

In pratica il Lido era composto da un vialone principale, in cui si trovava la gran parte dei negozi, e da vari incroci, due dei quali erano uno quello dal quale eravamo arrivati con il pullman, l’altro quello in cui, svoltando a destra, si trovavano le nostre case, e girando a sinistra si poteva procedere verso la spiaggia. Proprio al centro di quest’incrocio c’erano delle giostre per i più piccoli, e degli autoscontri per i ragazzi più grandi.
Arrivando proprio in questo punto dissi a Carlo:

-Carlo ecco le tue giostre! E gli indicai quelle per i più piccoli
-Oh guarda che ti metto le mani in faccia adesso e te le scendo a Natale!!!

E tutti a ridere……procedemmo verso destra, le nostre abitazioni erano in fondo alla via, e Luca, stanco come se avesse fatto chissà cosa, tirò un bel sospiro di sollievo, sembrava avesse visto l’acqua nel deserto!!
Arrivammo così a destinazione…

-È tutto tuo? – mi disse Enrico guardando il palazzo
-No, non è mio, è di mia nonna, e non è tutto suo, lei ha tre appartamenti al terzo Piano, due li ha presi ultimamente, fino a poco fa aveva solo quello centrale.
-Terzo Piano?? – Luca sbarrò gli occhi, già pensava di dover portare i bagagli fin su a piedi!
-Calmati Luca! C’è l’ascensore, anche se è un po’ piccolo; credo che ci metteremo un quarto d’ora buono a portare su tutti i bagagli, a meno che qualcuno non abbia voglia di fare le scale…

Così presi le chiavi e aprii il portone di ferro, A poco a poco portammo tutti i bagagli fino all’ascensore. Io, Luca, Carlo, Enrico e Michele salimmo al terzo Piano con le ragazze, mentre gli altri rimasero a terra tranne Marco, il quale rimase all’interno dell’ascensore. Al pian terreno aiutava gli altri a riempire la pedana con i bagagli, poi saliva, arrivato al terzo piano ci dava una mano per scaricare le valigie, e tornava giù.
Così in dieci minuti tutta la nostra “roba” fu stata portata sul pianerottolo (all’aperto) del terzo piano, presi le chiavi dei tre appartamenti e cominciai ad aprire le porte: per prima cosa vennero spalancate tutte le finestre per far entrare un po’ d’aria fresca, poi io aprii il condotto dell’acqua mentre Enrico pensò alle bombole del gas.
Terminate le prime necessarie, ma indispensabili mansioni, ci trovammo di fronte ad un bel problemino? Come ci saremmo divisi nelle tre abitazioni?

-Ci penso io! –

Intervenne Michele, che immaginando la possibilità che quella situazione si verificasse, aveva preparato dei bigliettini con i nostri nomi pronti da estrarre. Ovviamente l’estrazione sarebbe stata senza trucchi (forse).
Presi un piccolo contenitore dallo zaino per inserire i bigliettini, e quando tutto fu pronto, restava da decidere chi dovesse estrarre per primo

-Allora, chi vuole avere l’onore di incominciare?

Si fece avanti Enrico, e fu una fortuna! Infatti egli era estraneo a possibili situazioni d’imbarazzo legate al momento…
Ai primi quattro estratti sarebbe stato assegnato il primo appartamento, ai secondi quattro quello centrale, il più grande dei tre, e agli ultimi quello più piccolo, in fondo al pianerottolo.
Enrico con autorità si avvicinò al contenitore dove erano stati inseriti i bigliettini, controllati pochi attimi prima da Carlo, che voleva essere sicuro del fatto che non ci fossero raggiri o altro…

-Sì guarda, far controllare Carlo è come non far controllare nessuno!! – fu l’esclamazione di Luca, ed io:
-Tu stai zitto, morto vivente! Almeno lui fa qualcosa, al contrario di te!

Mentre noi bisticciavamo come dei bambini, cosa che alle ragazze non faceva un gran piacere, Enrico stava già estraendo il primo bigliettino, nel tentativo di ottenere la nostra attenzione:

-Il primo estratto è…anzi, la prima estratta è la Valentina!
-Va bene, chi vuole essere il secondo ad estrarre?……nessuno?! allora vado io!

Guardai il contenitore con cura prima di prendere il mio bigliettino…uscì Enrico
Poi la paura si quietò e, uno alla volta, tutti gli altri fecero la loro parte…uscirono in ordine: Carlo e Michele, che completarono il primo appartamento, Marco, Elisa, io e Emy, a cui venne affidata la casa più grande, ed infine, in quella più piccola ma accogliente come le altre, finirono Claudio, la Barbara, Manu e Luca, che iniziò a saltellare come un grillo appresa la notizia.
Terminata l’estrazione tutti i bagagli furono portati nei rispettivi appartamenti, che intanto avevano decisamente cambiato aria.
Per sistemare tute le nostre cose e fare un po’ d’ordine ci volle una buona mezz’ora, al termine della quale ci saremmo trovati tutti nella casa più grande per consumare il primo pranzo della nostra vacanza. L’ora esatta che decidemmo fu mezzogiorno e mezzo. All’appello mancava Carlo…

-Michele, Carlo che fine ha fatto?
-È ancora in camera!
-E cosa sta facendo?
-Vai a vedere…

Carlo era ancora immerso nel mettere a posto i propri bagagli, immerso nel vero senso della parola, perché era sommerso da magliette, pantaloni, mutande, costumi, calze…in pratica si era portato in vacanza mezza casa, mancava solo il frigorifero, ma quello in gli sarebbe bastato.
Per quel pranzo ci accontentammo di mandare giù dei panini, alcuni portati da casa ed alcuni comperati all’autogrill di Modena, durante il viaggio, e così si fecero ben presto le due del pomeriggio, eravamo tutti piuttosto stanchi, Marco dormiva in piedi

-Guardate Marco! Figuriamoci quando poggia la testa sul cuscino, va in coma! – dissi agli altri.

Ad un certo punto mi venne in mente una cosa…

- Cavolo! Mi sono dimenticato di chiamare mia madre, quella mi uccide!!!

In realtà c’eravamo dimenticati tutti di chiamare i nostri genitori, e così provvedemmo subito, tranne Michele

-Io mia mamma la chiamo a fine settimana, se mi ricordo!!
-Mamma mia come sei! Fu l’esclamazione della Manuela

Michele si limitò a lanciarle un’occhiata maligna, ed io dissi a Emy:

-Siamo arrivati da tre ore e già iniziano a bisticciare, arriviamo a fine settimana e questi danno fuoco al palazzo!!
-Hai ragione!

Allora presi il telefono…

-Pronto!
-Allora, dove siete?
-Eh, dove siamo, in Francia!
-Tutto a posto lì?
-Sì, siamo ancora vivi, le case sono a posto, abbiamo aperto acqua, bombole del gas, abbiamo fatto circolare un po’ d’aria, per cui diciamo che qui è tutto ok!!!
-Gli altri come stanno?
-Stanno bene anche loro, un po’ stanchi ma stanno bene. Abbiamo mangiato e adesso credo che andremo a fare un giretto. Adesso devo andare perché ho il cell scarico.
-Va bene! Max fatti sentire altrimenti m’incazzo!!!
-Sì, sì. Va bene! Ciao, salutami papà e Tommy
-Va bene! Ciao!

Feci in tempo a salutare che il cellulare morì, così dovetti prendere dallo zaino il carica batterie. Per fortuna poco prima avevo cambiato telefono, avevo preso un Ericsson, durava tantissimo, 5 o 6 giorni, era fenomenale!

-Max!
-Sì Emily, dimmi!
-Tieni!
-Chi è?
-Mia mamma, ti vuole parlare!
-A me?…boh?!…pronto!
-Pronto Max come va!
-Bene, tu?
-Bene, grazie! Lì tutto a posto?
-Sì, tutto ok, dimmi!
-Ascolta! Tienimi d’occhio la Emily, va bene?
-Sì, ma è abbastanza grande per curarsi da sola! Anzi, forse è il contrario!
-Va bene, mi fido di te, ok?
-Sì, va bene? Ti ripasso Emy! Ciao!
-Ciao!!

Altro che tenere d’occhio Emy, lì avrebbero dovuto tenere d’occhio me!!! C’ero anche finito in camera insieme, non sapevo se fosse fortuna oppure una disgrazia, magari non avrei dormito per tutta la settimana!!!
Comunque quello non era il momento di pensarci, ero stanco morto e così mi concessi una mezz’oretta di relax, mentre gli altri stavano terminando di sistemare gli appartamenti…

-Oh guardate Max!! Diceva a me che dormivo in piedi e sta russando come chissà cosa!
-Sì ma tra un po’ dobbiamo svegliarlo, così ci fa vedere un po’ il posto!! Disse Carlo
-Cos’è sei così scemo da perderti? Ribattè Elisa
-No!
-E allora?
-Vabbè chi viene a farsi un giro?…

Uscirono quasi tutti tranne Emy, Claudio e Barbara, ed Elisa, che dopo aver finito gli ultimi lavoretti, si trovarono sul pianerottolo

-Allora Emily, cosa mi racconti di bello? – iniziò Claudio
-Boh! Dimmi cosa vuoi sapere!
-Non lo so, come va?
-Bene, tutto bene, tu?
-Beh, guarda qua, sono con la mia ragazza, non potrei star meglio. Con quel pazzo come va?
-Max? Tutto bene…benissimo, dopo tutto quello che gli ho fatto non dovrebbe nemmeno guardarmi in faccia ed invece è lì…
-Ti vuole bene veramente, è questa la verità. E ha saputo perdonarti, non dev’essere stato facile, ne ha passate di tutti i colori per te
-Lo so…
-E credimi, meriterebbe molto di più di quello che invece riceve
- ……
-Elisa tu che ne pensi?
-Che è un bravo ragazzo, ogni tanto sclera ma lo fa perché cerca di sopportare tutte le prese in giro che si becca. Però sì…..è davvero un bravo ragazzo.
-Anche a me sembra così, anche se lo conosco poco…- disse Barbara, che aggiunse
-E mi sembra anche dolce, prima l’ho visto con te sul pullman e mi faceva tenerezza…credo che ti voglia più che bene…
-Infatti è così…
-Sinceramente io non ho mai visto uno più cotto di lui – disse Cla – si comporta come un adulto, lui vorrebbe fare le storie serie a 17 anni, forse chiede troppo, gliel’ho detto che si deve divertire ma lui è fissato…zitti, sta uscendo…
-Buongiorno Max!
-Ciao Emily!
-Bella dormita eh?
-Eh sì Claudio, mi ci voleva proprio…gli altri che fine hanno fatto?
-Loro sono in giro per il Lido
-Beh, non credo che sì perdano…ma che ore sono?
-Le cinque!
-Di già! Quando arrivano gli altri organizziamo la serata
-Va bene! C’è un ristorante o una pizzeria?
-Sì, tranquillo. Avete messo a posto tutto da voi?
-Sì, e tutto ok!
-Ehm…Max?!
-Dimmi Elisa!
-Manca solo la tua roba!
-È vero! Adesso vado a mettere a posto!

Così rientrai in casa, presi la mia valigia e cominciai a mettere a posto il vestiario. Lasciai fuori solo un paio di Levis e un'altra maglietta mi sarebbero serviti per la serata


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CAPITOLO 4: LA PRIMA SERA

Gli altri arrivarono appena che io ebbi finito con la valigia, lo zaino avrei potuto anche lasciarlo così com’era, non c’era niente di così importante da mettere via, al momento.
Erano le sei, e visto che nelle case erano state rimesse in ordine le cose principali e che non sapevamo cosa fare fino all’ora in cui saremmo usciti, io e gli altri ragazzi provvedemmo a preparare per la settimana quello che avevamo ritenuto “secondario” al nostro arrivo.
Così presi il televisore dall’armadio in terrazzo e lo misi nel solito posto, una mensola sopra il tavolo da pranzo.
Successivamente presi il walkman e lo collegai alle due casse che avevo portato da casa e riposte nello zaino: avevamo perciò anche la musica. In più Luca aveva portato con sé il suo lettore Cd portatile, in quel modo avremmo potuto ascoltare sia le cassette che i cd! Non avremmo potuto però godere di quel “mini impianto” durante quel giorno, dato che le pile del mio walkman si erano scaricate durante il viaggio e Luca si era dimenticato di cambiarle; ma non c’era problema, le avremmo comperate in qualche negozio la mattina seguente.
Ma non era finita!

-Marco cos’hai dentro lo zaino?
-Niente di particolare!
-E allora perché non ci fai vedere?
-Così…

In realtà voleva nascondere il fatto d’essersi portato in vacanza anche la PlayStation, mentre Carlo in cartella aveva una marea di cd!

-Ma non avete proprio niente da fare, anche qui vi siete portati quella roba!! – ammonì Elisa
-Maaaaax!
-Dimmi Michele!
-E questo cos’è!

Aveva trovato nel mio zaino il computer…

-Ah! Complimenti! Anche tu ti ci metti adesso! Invece di stare con noi vi mettete a giocare, eh? Va bene!

Come sempre però finì tutto con un sorriso…
Marco ebbe anche fortuna perché non ci furono problemi a collegare la Play al televisore, perciò potete immaginare quale fu la scena quando i ragazzi videro la schermata del loro divertimento preferito accendersi per la prima volta! Marco, Luca, Carlo, Claudio e Michele si piazzarono davanti al televisore come se avessero visto una modella!!! Le ragazze invece rimasero per qualche secondo a guardare disgustate…

-Hanno 17 anni e sembrano dei bambini!! Disse Valentina
-17? C’è qualcuno che ne ha anche 18!!! Aggiunse Elisa
-Dai, capita che a volte ci sia qualche bambino…
-Tu stai zitto perché sei peggio di loro! Ti sei portato addirittura il computer, per cui sei se c’è uno che deve tacere sei tu! - Emy mi zittì subito, in fondo aveva anche ragione
-Non penserai mica di attaccarti a quel coso per tutta la settimana!!!
-Ma no, figurati…- poi avvicinandomi
-Prima di tutto vieni tu…ricordatelo…
-Si, sì, dite sempre così e poi si vede!
-Non mi credi? Vedrai!
-Ok!

Allora tanto per dimostrare di aver ragione…..

-Ragazzi! Sono passate le sette! Non vorrete passare tutta la sera a giocare!
-Aspetta un attimo! Ho quasi ammazzato il mostro! Disse Luca
-Piantala con quel coso o ti ammazzo io!

Manuela cominciava ad arrabbiarsi, mentre le altre ragazze erano nell’altra camera a parlare dei fatti loro, e ogni tanto si sentiva qualche risata particolarmente accesa provenire dall’altra parte, probabilmente stavano parlando di ragazzi…
Quando Luca e gli altri finirono, anzi, furono costretti a finire di giocare con la Play, finalmente tutti tornammo nelle nostre stanze e iniziammo a prepararci per uscire. Il che ci portò via non poco tempo, perché le ragazze quando entrano in bagno per sistemarsi ci mettono delle ore…

-Elisaaa…Emyyy…vi siete perse nel bagno?
-No! Ci stiamo truccando!
-E se vi dicessi che se non entro in bagno entro cinque secondi scoppio che fate?
-Rimaniamo a truccarci!!!
-Allora voi due! Vi muovete o no! – Anche Marco aveva urgenza… la porta si aprì
-Eccoci!
-Come sto? Mi chiese Emy
-Sei semplicemente una favola…………………Marco c’ero prima io!!!
-Sì ma se tu ti metti lì a fare lo scemo non è colpa mia!!!

Poco dopo scoprimmo che anche gli altri ebbero gli stessi problemi, da una parte c’erano Manu e Barbara, dall’altra Valentina, che era da sola ma nelle occasioni speciali faceva per tre!!!
Così quando tutti fummo pronti chiudemmo le tre abitazioni (le cui chiavi vennero affidate a Enrico…un po’ il nostro S.Pietro…) e scendemmo, noi ragazzi per le scale e le ragazze in ascensore.
Erano ormai quasi le otto, e le giostre a quell’ora iniziavano a girare, per cui l’ambiente iniziò a riempirsi di gente, per la maggior parte ragazzi…

-Stamattina sembrava vuoto sto paese, guardate adesso! - Notò Elisa
-Sì, qui la sera escono fuori come formiche!- Le risposi –
-Ragazzi, decidiamo subito dove andare! –
-Beh, se non lo sai te! – disse Claudio
-Non in quel senso! Volevo sapere cosa volevate mangiare! Qui vicino c’è un ristorante e qui all’angolo c’è una pizzeria! –
-La pizzeria! - Esclamò subito Luca
-Come se non ti avessi capito! Mica dice la pizzeria perché gli piace la pizza! Perché è qui all’angolo e non si fa male alle gambine!!! –
-Comunque anch’io preferisco la pizzeria! - Aggiunse Claudio, e come lui la maggior parte degli altri
-Beh, la maggioranza vince, anche se non si oppone nessuno, mi sembra! –

Così fu deciso e cenammo in pizzeria, a due passi da casa. Ultimamente tutti i negozi o i ristoranti che vennero prima di quello non ebbero molta fortuna, ogni anno infatti la gestione cambiava. Quella volta però sembrava quella buona. Rispetto agli altri anni rimasi piuttosto sorpreso, perché mangiammo veramente bene, le pizze furono buonissime, dato confortato dall’espressione di Carlo all’uscita dal locale. Non ricordo bene quanto spendemmo, ma mettere tutti i nostri soldi in una cassa comune fu un vantaggio soprattutto per Carlo, il quale altrimenti avrebbe speso un capitale!!
Così infatti decidemmo prima di partire, ognuno avrebbe portato una “quota” e avremmo messo tutto insieme: come responsabili fummo nominati io e Enrico.
Uscimmo dalla pizzeria che erano le dieci, in realtà avremmo avuto tutta la serata a disposizione, ma il viaggio e tutto il resto della giornata ci aveva stancati a morte, così scegliemmo di tornare subito a casa per riposarci. Non avevamo voglia neppure di fare le scale, facemmo i turni con l’ascensore, a gruppi di quattro.
Ci salutammo e ognuno di noi entrò nei rispettivi appartamenti, eravamo davvero sfiniti. Da noi c’erano ancora i letti da fare, e visto che Emy ed Elisa dormivano in piedi, ci pensammo io e Marco a sistemare tutto, mentre le ragazze ebbero il bagno libero per lavarsi…

-Ragazzi noi andiamo a dormire, non ce la facciamo più!
-Buonanotte – Io e Marco rispondemmo insieme, mentre Emy ed Elisa vennero a darci un bacio prima di andare via…
-Cavolo ci toccherà dormire insieme…
-Perché?
-Beh, credo che Emy e Elisa dormano insieme………………ma quelle non sono pile?
-Si, le ha comprate Luca oggi pomeriggio quando siamo usciti
-Benissimo, mi servivano proprio…

Nelle altre due case le situazioni erano diverse. In quella che ospitava Michele, Carlo, Enrico e Valentina, tutti dormivano. In quell’appartamento c’erano due letti singoli e uno matrimoniale. In quest’ultimo c’erano Michele e la Valentina, mentre nei restanti due si adagiarono Enrico e Carlo. Michele e la Vale all’inizio si misero nelle due estremità del letto, come due calamite dello stesso segno che si oppongono, ma poco a poco quel leggero senso di imbarazzo tra i due evaporò nell’aria, e lentamente i due iniziarono ad avvicinarsi……
Nella casa si Luca, Simo, Barbara e Manuela, ancora il sonno non aveva sopraffatto la voglia di chiacchierare dei quattro, in particolare Luca e Claudio commentavano la prima giornata via da Milano…

-Allora Luca come trovi questo posto?
-Non mi sembra male
-Certo che Max ad ospitarci è stato un grande! Dovremo ringraziarlo appena finita questa settimana
-A meno che qualcuna non ci pensi prima di noi…
-Emy?
-Sì, non li hai visti stamattina?
-Sì, ma è meglio non farsi troppe illusioni, come minimo Max ci proverà in tutti i modi da domani a sabato. Io però non sono pessimista, anch’io li ho visti bene ultimamente, chissà che l’aria nuova non la faccia pensare…

Intanto le ragazze si erano addormentate: ben presto furono seguite dai rispettivi Boys…
Gli unici svegli eravamo io e Marco, ma ormai anche le nostre palpebre cominciavano a pesare, stavamo giocando da mezz’ora con la Play…anche per noi era venuto il momento di prenderci il giusto riposo. Quando rientrammo dal terrazzo (che era stato completamente coperto e andava quindi a formare una stanza vera e propria), rimanemmo piuttosto stupiti. Emy stava dormendo da una parte, Elisa dall’altra. I quattro letti a disposizione erano divisi così: due nella stanza principale, estraibili da altrettanti mobili, mentre nell’altra c’era un letto a castello composto da due posti: quello più alto venne utilizzato per sistemare le valigie, ma non ci furono problemi perché dal cassettone si poteva estrarre un altro materasso.
Io e Marco ci guardammo in faccia, ci sembrava strano che le due dormissero divise, ma allo stesso tempo ci andava molto bene, soprattutto a me

-Max tu con Emy e io con Elisa…
-Mi sembra giusto……buonanotte Marco
-Notte…

Sostituii le pile al walkman, mi spogliai e finalmente mi sdraiai sul materasso. Non avevo mai sentito una sensazione di benessere del genere! Nonostante il caldo mi coprii col lenzuolo, e pensando che Emy fosse nel mondo dei sogni, accesi il walkman per conciliarmi il sonno. Il mio letto e quello di Emy erano vicini, così mentre stavo ascoltando “una canzone d’amore”, sentii all’improvviso una mano toccarmi il braccio destro…

-Emy mi hai fatto venire un colpo!
-Scusa…cosa stai facendo?
-Stavo ascoltando il walkman, ho appena cambiato le pile…
-Non riesco a dormire…
-Ma non avevi sonno?
-Sì ma quando mi sono messa giù m’è passato…
-Come mai non ti sei messa a dormire con Elisa?
-Così……
-Mi sa che neanch’io riuscirò ad addormentarmi subito
-Perché?
-Dai, sono qui a trenta centimetri da te, in vacanza con te, più che addormentarmi rischio l’infarto, altro che addormentarmi…chissà l’ultima sera come sarò ridotto

Lei fece un piccolo sorriso

-Ma sì, vedrai che adesso t’addormenterai, e poi ti devi abituare, non vorrai passare sei notti senza dormire…
-Spero di no……dai, proviamo a riposarci, domani mattina mi devo svegliare presto…buonanotte Emy
-‘notte Max…a domani
-Se non mi viene un colpo prima…
-Piantala stupido! Buonanotte…
-‘notte……Emy…
-Sì…
-Ti voglio bene…
-Anch’io…a domani…
-A domani…

Era un’atmosfera irreale, un buio completo, che quasi mi faceva paura, per un attimo credevo di parlare da solo più che con Emily, per un attimo mi sembrava di rivivere uno di quegli attimi che mi tormentavano a casa prima di dormire, uno di quei tanti sogni che ogni sera mi passavano per la testa come auto su una strada, sogni in cui la protagonista era sempre e soltanto lei, la ragazza che era lì, a pochi centimetri da me, non nella fantasia, nella realtà, finalmente…ed io ero lì…
Era così vicina che potevo sentire il suo respiro, a volte più veloce e a volte più rilassato, e il silenzio era così totale che riuscivo ad udire perfino il battito del mio cuore. Era un battito frenetico, e più pensavo che lei era lì, così vicina, più il mio cuore aumentava il suo ritmo incessante, incontrollabile…
Più ci pensavo e più impazzivo, credevo davvero a un altro frutto della mia immaginazione. Ma, dopo tanto tempo , era tutto vero…
Mi girai sul lato sinistro, e mi addormentai dopo qualche minuto, ma anche quella notte lei fu la protagonista dei miei sogni…


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CAPITOLO 5: E’ MATTINA

Una luce abbagliante penetrava dal terrazzo, il sole era accecante. Erano le dieci, avevo proprio bisogno di una bella dormita: Emy ancora dormiva profondamente, per pochi attimi la guardai e poi, cercando di far meno rumore possibile, mi recai in bagno per lavarmi e vestirmi. Quella mattina c’era davvero un gran caldo, così scelsi un paio di pantaloncini, abbandonando i jeans della sera precedente. Una volta terminato diedi un occhiata nell’altra stanza: Marco e Elisa erano anch’essi addormentati, così decisi di andare in terrazzo per mangiare quel poco che mi era rimasto dal viaggio. C’erano ancora dei biscotti, una lattina di Coca Cola e una bottiglietta d’acqua. Presi i biscotti e l’acqua, la Coca di prima mattina non mi sembrava la cosa giusta per iniziare la giornata, nonostante odiassi l’acqua (naturale soprattutto). Terminata quella che si poteva ben poco definire “colazione”, mi venne in mente di andare a comprare qualcosa da mangiare, approfittando del fatto che gli altri stavano dormendo.
Mi accorsi però di chiavi ce n’era una sola copia, così dovetti svegliare Marco per lasciargliele e per chiudere la porta….non mi pareva molto simpatico chiuderli dentro.. una volta tornato li avrei trovati svegli...e intenti a spaccare la porta per uscire…
Mentre aspettavo l’ascensore sentii un’altra porta aprirsi: era Enrico, anche lui stava per uscire.

-Ciao Max!
-Buongiorno Enrico! Come va? Dormito bene?
-Benissimo, grazie! A te com’è andata? Credo bene!
-In effetti…un po’ d’imbarazzo e qualche battito di troppo, ma è andata bene…dove stai andando?
-Io? A fare un giro, e tu?
-A comperare qualcosa da mangiare, visto che a casa mia a Milano quello che fa la spesa sono io, mi adeguo anche qui! Vieni con me?
-Certo! Così imparo un po’ di strade!
-Va bene, andiamo!

Michele lentamente si strofinò gli occhi, avrebbe voluto dormire di più, ma erano le dieci passate, così decise di alzarsi. Carlo russava come un ghiro, si era rimesso a dormire poco prima perché Enrico (anche lui) l’aveva svegliato per lasciargli le chiavi. Con delicatezza spostò il braccio che Valentina gli aveva appoggiato sul petto, e poco alla volta arrivò fino all’estremità del letto, sotto il quale erano pronte le sue pantofole preferite.
In mancanza di cibo, dopo essersi lavato si sedette su una sdraio nel terrazzo, adiacente al nostro, prese il walkman e iniziò a cercare le frequenze delle sue radio preferite. Ma in realtà quello non era il suo pensiero, in verità Michele rifletteva sulla notte che era appena terminata, finalmente con il suo amore platonico, ma non troppo: dopo litigi, incomprensioni, riavvicinamenti e nuovi litigi, finalmente era arrivato il periodo buono anche per lui, per dimostrarle quando veramente valeva e quanto per lui fosse importante stare con lei, che in passato si era comportata anche male, ma che aveva lentamente riconquistato la sua fiducia e il suo cuore. Più volte Michele aveva provato a dimenticarla, per qualche tempo c’era anche riuscito, ma il suo ritorno così convincente gli aveva fatto cambiare idea nuovamente, e dentro di sé credeva e sperava che una volta per tutte le cose si sarebbero sistemate.
Anche Luca si svegliò in un mare di pensieri, lo stesso discorso valeva per lui, anche se con Manuela era insieme. Luca dovette sopportare di tutto, da parte di lei, veramente tutto. Ma seppe sempre resistere, e il fatto di non aver mollato lo gratificò. In fondo per quella ragazza lui avrebbe dato la sua stessa vita………………rimase a letto ad aspettare che la sua bella si svegliasse, e quando ella socchiuse gli occhi i due si scambiarono un dolce bacio per darsi il buongiorno, ed insieme si alzarono, mentre Claudio e Barbara, nell’altra stanza, stavano ancora riposando abbracciati l’un l’altra.
Dopo che venne svegliato da me, Marco non riuscì più a prender sonno, e ne era molto dispiaciuto, stava dormendo davvero bene! Elisa aveva la testa che sembrava tutt’uno con il cuscino, e così decise di non disturbarla, e fece esattamente quello che alcuni minuti prima feci io. Quando entrò nell’altra stanza la, trovò Emily sveglia, anche se ancora assonnata…

-Ciao Emily!
-Ciao Marco, come va?
-Bene…
-Max dov’è?
-È uscito, ma non mi ha detto dove andava, mi ha svegliato per lasciarmi le chiavi e non mi sono più addormentato...
Intanto anche Elisa si era alzata…
-Ciao tatini come va?
-Bene! – rispose Marco
-Emy com'è andata stanotte?
-Bene, eravamo un po’ così, imbarazzati, ma poi tutto è andato a posto, abbiamo dormito bene…
-Ma Max dov’è?
- È uscito, non si sa dov’è andato…Marco non ti ha detto a che ora sarebbe tornato?
-No, non mi ha detto niente, mi ha solo detto “Marco vieni a chiudere che sto uscendo”, e poi è andato…è fuori già da più di un’ora, adesso dovrebbe tornare…

Emy era un po’ preoccupata, così prese il telefonino…………………………………
…………………

Io e Enrico avevamo fatto un bel giro, in un’ora si poteva vedere tutto il paese da quant’era piccolo, e poi non c’era così tanto da vedere: gli mostrai per prima cosa la spiaggia che ci avrebbe ospitato in quella settimana, poi tornammo indietro ed iniziammo a dare un’occhiata ai negozi. Rispetto agli anni prima non era cambiato moltissimo, c’era una gelateria in più, ma di questo me ne accorsi molto tardi, perché nella via principale di gelaterie ce ne saranno state almeno cinque, per cui una in più passava quasi inosservata ai miei occhi. Erano quasi le undici quando entrammo nel supermercato più grande del paese. Nelle nostre case non c’era assolutamente nulla da mangiare, così facemmo una spesa gigante! Avremmo portato tutto nella mia abitazione: essendo quella più ospitante delle tre, avevamo deciso di mangiare lì, c’era abbastanza spazio per dodici persone, anche se forse saremmo stati piuttosto stretti…
Prendemmo di tutto: pasta, bevande, biscotti, frutta, uscimmo dal supermercato con sei buste cariche di spesa tanto da aver paura che sì rompessero…fortunatamente avevo portato con me anche abbastanza soldi da coprire il costo di tutta quella roba……mentre eravamo sulla strada dal ritorno, sentii il telefono squillare…

-Chi è che mi fa gli squilli proprio adesso………- appoggiammo le buste per terra
-Allora?
-È Emy, aspetta che le rispondo……………………………………
…fatto!
-Le hai detto dove andavi?
-No, stava dormendo, ho lasciato le chiavi a Marco e poi sono uscito…
-Si sarà preoccupata…
-Beh, non sono così stupido da perdermi…tanto tra poco arriviamo…
-Mi sbaglio o ti tratta meglio di prima?
-È vero, e non sai quanto ne sono contento…… è così da Marzo, ti ricordi il giorno del mio compleanno?
-Certo!
-Ecco, tre giorni dopo ci siamo parlati tramite messaggi e mi ha chiesto scusa per tutto quello che è successo, tutti i casini con Paolo eccetera……all’inizio pensavo a una fregatura, invece………eccoci qua!
-Sono contento per te, era da un po’ di tempo che non ti vedevo così allegro!
-Davvero?
-Certo! Sprizzi gioia da tutti i pori, lo capirebbe anche un neonato!

Feci un sorriso, e in silenzio continuammo a camminare sulla via del ritorno, per fortuna mancava poco……

-Elisa ma quanto ci mette! Dov’è finito?!
-Emy! Ti ha risposto? Sì! Allora è vivo!!! Adesso arriva, vedrai!
-Cavolo Elisa sei un’indovina! Guarda! – Le interruppe Marco

Io ed Enrico avevamo appena aperto la porta, e stavamo entrando con le sei buste più pesanti mai uscite da un supermercato. Come fummo in casa quasi le lasciammo cadere, eravamo stanchi morti…

-Ragazzi…buongiorno!
-Max dove sei finito?
-Emily non si vede?
-Sì ma potevi dirmelo!
-Dormivi così bene………comunque sono ancora vivo. Dai, datemi una mano a mettere via questa roba………Enrico, grazie per l’aiuto!
-Figurati! Ci vediamo dopo, torno di là, ciao!
-Ciao!

Passò una buona mezz’oretta prima che tutto fosse stato sistemato a dovere, in più lavammo piatti, bicchieri, posate, pentole e tutto quello che ci sarebbe servito un futuro, a partire proprio da quel pranzo.

A mezzogiorno e mezzo tutti e dodici eravamo pronti: per inaugurare il primo pranzo mangiammo un buon piatto di spaghetti, cucinato da quelli che, tra di noi, con i fornelli se la cavavano, vale a dire Emy, Enrico, Carlo (figuratevi se non era capace), Claudio, ed io, anche se sapevo fare ben poco. Più che altro a me toccò apparecchiare e sparecchiare, cosa che ero normalmente abituato a fare con i miei.

I cuochi se la cavarono molto bene, anzi egregiamente,tant’è che finimmo all’una e mezza. Poi noi ragazzi facemmo i turni per giocare con la PlayStation, mentre le ragazze, come il giorno prima, erano nell’altra stanza a parlare…

-Allora Emy?
-Dimmi Vale…
-Dai, dicci com’è andata!
-Cosa?
-Stanotte, cosa altrimenti! Ha fatto lo stupido o è stato bravo?
-No, è stato bravissimo, era imbarazzato come chissà cosa! Se ci fosse stata un po’ di luce sono sicura che l’avrei visto rosso come un peperone…però è stato troppo bravo, prima di addormentarmi mi ha chiamato e mi ha detto “ti voglio bene”.
-Quel ragazzo è troppo dolce, forse meriterebbe di più…- Barbara espresse il suo pensiero, così come fecero le altre, che si trovarono concordi…
-Lo so, è davvero dolcissimo……ogni giorno che passa migliora…

Il mio turno con la Play era terminato, così andai sul pianerottolo ad ascoltare un po’ di musica, dopo cinque minuti anche Emy uscì…

-Sei arrabbiata per stamattina…
-No!
-Sì, ti si legge in faccia!
-Va bene, cavolo non ti facevi sentire!
-Sì ma non sono scemo, so quello che faccio! Vorrà dire che domani ti sveglio, e poi magari t’incavoli perché ti ho disturbato!!!

Restò a fissarmi senza rispondere, e si girò come per andarsene…

-Emily…

Quando si voltò tesi le braccia verso di lei…

-Dai, vieni qui…

Si avvicinò e mi abbracciò stringendomi forte, come poche volte aveva fatto: sull’entrata c’erano Claudio e Barbara che ci stavano guardando, Claudio mi strizzò l’occhio, ed io contraccambiai…

-Non sai quanto ti voglio bene…
-Anch’io te ne voglio tanto…
-Basta bisticciare, ok?
-Ok…
-Perché non restiamo abbracciati tutto il pomeriggio…
-Perché dobbiamo andare in spiaggia…
-Ok, andiamo a prepararci…

Rientrammo in casa…

-Ragazzi, in spiaggia!


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CAPITOLO 6: IL PRIMO BAGNO

Dopo circa venti minuti eravamo tutti pronti per andare in spiaggia per la prima volta: a noi ragazzi toccò portare gli ombrelloni e i vari teli da mare, dato che la spiaggia era libera, mentre le ragazze se la spassarono dando occhiate qua e là ai ragazzi della zona. Per fortuna la strada da percorrere era pochissima, trecento metri al massimo, così lo sforzo che dovemmo sopportare non fu dei più eclatanti. Passarono poco più di cinque minuti quando le nostre ciabatte cominciarono a sprofondare nella sabbia bollente. L’aria si fece più fresca, una leggera brezza proveniva dal mare, quel giorno piuttosto mosso, ma tutto ciò non faceva che rallegrarci, perché c’era davvero un gran caldo, e un po’ d’aria non ci avrebbe per nulla fatto male.

- Ragazzi, direi di piantare gli ombrelloni qui, tanto non cambia metterli da un’altra parte! –

dissi agli altri, che si trovarono d’accordo. Decidemmo per cui di sistemarci a pochi metri dalla riva, così vicini che le onde, man mano che si infrangevano, riuscivano quasi a schizzarci l’acqua addosso. Quando le ragazze si tolsero di dosso le magliette e i pantaloncini che le coprivano, rimanendo in costume, tra noi ragazzi ci fu il classico sgomento comune, che colpisce chiunque alla vista di qualcosa dalla particolare bellezza: le ragazze se ne accorsero, e ce lo fecero notare…

- Beh? Cos’hai da guardare con quella faccia? Mi disse Elisa con tono deciso…
- Io? Bell’ombrellone, ha dei colori fantastici, che ne dici?
- Sì, sì, siete tutti dei porci!
- Mamma mia, non si può neanche guardare?
- Guardare sì, ma in quel modo!?
- Che modo?
- Avevi la lingua affondata nella sabbia, caro!
- Ho capito, vado a farmi un bagno! Comunque abituati, deve passare una settimana!
- Non ci arrivi a fine settimana!!

In effetti ero rimasto colpito dalle forme delle ragazze, non immaginavo fossero così carine, ma quella scoperta non provocò né in me né negli altri ragazzi alcun dispiacere, anzi…
Mi tolsi le mie ciabatte, e di corsa mi diressi verso l’acqua, ma una volta entrato mi accorsi che era più gelida del previsto, tanto gelida da farmi venire i brividi. Sapevo che quella sensazione sarebbe durata poco, ed infatti pochi minuti più tardi era tutto passato, complice il fatto che anche tutti gli altri si erano precipitati in acqua con un pallone e avevamo iniziato a giocare a pallavolo, cosa piuttosto difficile date le onde che quel giorno animavano l’ambiente.
Quella era una scena che da mesi immaginavo…divertirmi spensierato…nessun problema, nessuna cosa a cui pensare se non a divertirmi, con i miei amici….il tutto mi riempiva di gioia il cuore…e in molti me lo fecero notare…mi avevano conosciuto e ormai “riconosciuto” come uno riservato…pacato…e invece in quelle poche ore mi avevan detto di aver conosciuto un altro Max…uno diverso..certamente migliore….
Andammo avanti per tutto il pomeriggio, e avremmo continuato oltre, se la stanchezza non ci avesse fatto capire che era il momento di terminare lì il nostro primo, lunghissimo bagno, e di rientrare alle nostre “maisons”. Carlo prese l’orologio…

- Ragazzi sono le sette e mezza!
- E allora? Carlo hai fretta di mangiare?
- Eh sì! Ho fame!
- Da quando in qua non ne hai? Beh, tra poco tanto siamo a casa e c’è pronta già della roba, io e Enrico stamattina ci siamo fatti il mazzo per voi! Vero Enrico?
- Vero Max!!
- Che carini!! E cosa avete preso di tanto buono? Chiese Barbara
- Bah, fammi pensare…meloni, prosciutto, salame, pasta, coca-cola eccetera eccetera eccetera…

Come finii la lista mi accorsi che Carlo aveva allungato il passo: dopo un pomeriggio passato a giocare in acqua probabilmente il suo stomaco si era svuotato e cominciava a farsi sentire. Lo stesso discorso si poteva fare per Claudio e Luca, due tra i più scalmanati giocatori in quel nostro primo pomeriggio da soli al mare.
Certo che sembrava impossibile: ogni volta che ci pensavo credevo fosse solo frutto della mia immaginazione. Ero lì al mare, senza i miei genitori, con i miei amici: libero di fare quello che volevo per una settimana intera. Sì, una settimana ci sembrava poco, ed in effetti lo era, ma se l’avessimo sfruttata bene sarebbe stata fantastica, e le premesse c’erano tutte. Il nostro ritorno a casa fu più breve dell’andata. Tutte le nostre “attrezzature” da mare furono riposte nel ripostiglio della casa che ospitava Carlo, Enrico Michele e Valentina, e poco dopo tutti eravamo già pronti per cenare. Quella volta nessuno ebbe voglia di cucinare, eravamo stanchi morti, così si decise di mangiare con prosciutto crudo e melone, pane, coca-cola a volontà (soprattutto per me) e qualche gelato. Una cena non molto sostanziosa, ma sempre meglio di niente! Si fecero così le nove passate. In televisione non c’era assolutamente niente. Come d’altronde succedeva ogni estate: repliche di programmi visti e rivisti centomila volte, fino alla nausea, e programmini estivi da far venire il vomito. L’unica consolazione era data da qualche partitella di calcio. In più nessuno quella sera era disposto ad uscire, le nostre povere gambe furono messe a dura prova da quel pomeriggio da leoni. Infatti già alle dieci la maggior parte di noi era nel mondo dei sogni. Rimanemmo svegli io e Claudio, in terrazzo a giocare con la Play, Emily ed Elisa, mentre gli altri già russavano, compreso Marco, nonostante il rumore causato da me e Cla durante le nostre partiteo. In uno dei pochi attimi di silenzio, si sentì un cellulare suonare…

- Di chi è? Chiesi…
- Mio! Era dell'Emy, le era arrivato un messaggio…

Dopo pochi attimi si sentii una specie di urlo “soffocato”……………

-Elisa!………………

Io e Claudio ci guardammo per un attimo, e continuammo a giocare, ma ero curioso di sapere chi fosse a quell’ora, alle 10 e mezza di sera…

- Emy chi era?
-………Era l’Ely la mia vicina di casa! Mi ha chiesto come va, adesso le rispondo…
- Strano, non si faceva sentire da un po’…
- Chi è questa qui?
- È la sua migliore amica…
- Oh, occhio a dove vai, mi stai venendo addosso!
- Cavolo!!!

Alle 11 io e Claudio finimmo di giocare alla PlayStation, così uscimmo sul pianerottolo per parlare un po’ senza dare fastidio agli altri, Emy ed Elisa erano andate da poco a letto…

- Che cos’hai?
- Sto pensando a quel messaggio…
- Ancora? Non è che stai esagerando?
- Lo so, ma mi ha detto che era l’Ely in modo strano, come se volesse nascondermi qualcosa, me l’avrebbe fatto leggere il messaggio, capisci? E poi avrebbe chiesto anche di me…
- Magari manda un messaggio anche a te…
- Mi sembra strano…boh, forse sono diventato troppo diffidente…
- Forse?
- Eh, sai, dopo tutto quello che mi è successo, credo che molti al mio posto sarebbero diffidenti come me, non credi?
- Beh, in effetti…hai ragione…
Ad un certo punto il telefonino mi vibrò nella tasca………
- Faccio bene a essere diffidente…
- Chi è?
- E' lui, vieni con me…

Andammo nell’angolo più lontano alla mia porta, per non farmi sentire, e alzai il volume del telefonino: in quel silenzio, anche Claudio avrebbe potuto udire quel verme parlare…

- Fai finta di niente, magari è una coincidenza… mi suggerì Cla…
- Va bene…………Pronto…
- Ciao Massimino…come stai?
- Io molto bene…tu?
- Benissimo…sono a Cavalese in vacanza, qui si tromba tutte le sere e si fan le 4 di notte…e lì…
- Qui? Sembra tutto ok!
- Hai letto il messaggio che ho mandato alla tua amata Emy?
- No, ma lo faccio subito… Claudio, tieni un attimo…
- Non era una coincidenza…
- No!

Lentamente entrai in casa, e presi il cellulare di Emily tenendo d’occhio la posizione in cui era stato appoggiato, non avrebbe dovuto scoprire nulla. Tornai da Cla, e accesi il telefono. Arrivato nei messaggi controllai l’ultimo arrivato: non era dell’Ely, bensì di Paolo, e davanti ai miei occhi e a quelli di Claudio apparsero queste parole: “credevo fosse facile dimenticarti, invece mi sono accorto che sei tutta la mia vita, non saprò mai come farmi perdonare. TI AMO, voglio tornare con te.”

- Paolo sei un pezzo di merda…
- Ma dai, è uno scherzetto…
- Quanto vuoi farlo durare, stronzo!
- Non lo so, tanto da pigliarla per il culo un po’, mi voglio divertire, sai qui oltre che trombare non si fa più di tanto…
- Sei una merda!
- Lo so! E ne sono fiero! Adesso vado, sto spendendo troppo! ci sentiamo!

Gli spensi il telefono in faccia…

- E’ una merda di uomo…spero che lei non ci caschi ancora…
- C’è già cascata……a quanto pare…
- E adesso?
- E adesso vedremo, io vado a dormire, anche se non chiuderò occhio per tutta la notte.
- Buona fortuna…
- Ne avrò bisogno, a domani…
- Ciao…

Rientrai in casa, nessuno si era svegliato, per fortuna. Rimisi il cellulare di Emy nell’esatta posizione in cui lo trovai poco prima, e senza spogliarmi mi misi a letto.

In cinque minuti mi era crollato per l’ennesima volta il mondo addosso, ora che le cose stavano andando per il verso giusto, era tornato l’incubo di quello scemo. Non gli era bastato prenderla in giro una volta, doveva farlo anche adesso....proprio adesso...Ero distrutto, per fortuna mi addormentai subito, anche se quella notte i sogni furono diversi da quelli della notte precedente………


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CAPITOLO 7: E’ TORNATO

Erano appena le otto, quando mi svegliai. Dormii pochissimo, quella notte, continuavo a pensare a cosa sarebbe successo poche ore più tardi, cosa sarebbe stato di quella che solo un giorno prima si preannunciava come una settimana fantastica. Tra questi pensieri, passarono lentamente due ore: non mangiai, rimasi sdraiato a letto quasi immobile a fissare l’orologio, le cui lancette a poco a poco si muovevano, e a poco a poco facevano diminuire i minuti di tranquillità che ci sarebbero ancora stati in quella giornata, di cui presumevo già la fine.

- Ciao Max…
- Perché non me l’hai detto…
- Cosa?
- Che era lui…
- Lui chi?
- Piantala di fingere…Perché non mi hai detto che il messaggio era di Paolo?
- Hai sbirciato nel mio cellulare!!
- Certo! Ieri sera mi ha chiamato, e mi ha detto che era suo il messaggio, così l’ho letto!!
- In ogni caso non erano affari tuoi, non mi posso fidare neanche di lasciare il telefono sul tavolo adesso!!
- E io non mi posso fidare di te!! Non dirmi che credi a quello che ti ha scritto? C’era anche Claudio con me, chiedigli quello che ha detto quello stronzo al telefono ieri sera!
- Max piantala!
- Piantarla io? Ma stai scherzando? Non crederai ancora a quello scemo con quello che ti ha fatto!!!
- Non sono affari tuoi, te l’ho già detto!
- Ah, prima ti comporti come se fossimo già insieme, e poi fai così….braba bravissima…bene…bis…Allora ti stai divertendo con me per l’ennesima volta….ti fidi più di quell’idiota…complimenti vivissimi!

Senza ascoltare la sua risposta uscii di casa, avevo sentito anche troppo in quei due minuti, ed era solo l’inizio…
Intanto il cellulare di Emily squillò di nuovo…

“Buongiorno luce dei miei occhi, mi manchi…”…

Claudio fu l’ultimo a svegliarsi, era davvero stanco. Il primo pensiero che ebbe fu quello di avvertire gli altri su quanto successo la sera prima, ma quando uscì sul pianerottolo, si accorse che non c’era bisogno di avvisare nessuno, la notizia si era già sparsa a macchia d’olio…

- E’ tornato Paolo……gli sussurrò ad un orecchio Luca…
- Lo so, ieri sera ero con Max……aspetta un attimo………Emily!
- Sì!
- Ascoltami un attimo! Io ieri sera ero con Max, e Paolo l’ha chiamato…
- E allora?
- E allora io te lo dico una volta sola…se tu ci ricaschi, quello ti riprende per il culo, e sai già cosa comporta! Ieri a Max ha detto che si vuole divertire un po’, percui fai te, sei avvisata…………ma Max dov’è?
- Se n’è andato, mi ha urlato dietro ed è uscito, quello scemo!!!
- È vero, l’ho sentito anch’io!!! Aggiunse Elisa
- È inutile che ve la prendiate tanto! Lo sapete che quando s’incazza fa così, non è una novità!!! E comunque ha ragione!
- Sono d’accordo……si intromise Michele……mi spiace per te ma sono d’accordo con Claudio, prima sei lì che l’abbracci, che fai la tenera, poi vedi un messaggino e ti monti la testa! Dai, per favore…non si fa così……stavolta hai illuso anche noi, non solo lui………per chi? Per un deficiente! Ma dai……oh, provate a sentire dov’è finito…
- Adesso gli faccio uno squillo io……disse Valentina…

………ma io facevo finta di non sentire nulla, il telefono suonava, suonava in continuazione, ma ero talmente avvolto nei miei pensieri che non lo consideravo. Quella volta non ero intenzionato, come tante altre volte avevo detto, a chiudere lì per sempre, volevo solo darle una lezione, niente di più. Farle capire che stava sbagliando ancora. Il tempo mi aveva cambiato, non ero più impulsivo come prima, avevo imparato a leggere le situazioni e a riflettere prima di fare qualcosa di sbagliato. L’unica cosa nella quale dovevo sperare era che quello scemo si decidesse presto a far finire anche quello scherzo, sapevo che sarebbe tornata da me un’altra volta, di quello non mi preoccupavo più di tanto, ma non sapevo quando, l’ultima volta ci volle un anno, e sinceramente non sapevo se avrei resistito per un altro, sarebbe stato troppo anche per me! Continuai a chiedermi perchè il mondo gira all'incontrario; perchè le persone vere devono subire sempre mentre gli altri le hanno tutte vinte...era un controsenso...i più meritevoli al mondo sudano sette camicie per ottenere qualcosa, alcuni invece di camicia ne han bisogno una, e non la sudano nemmeno...mio nonno diceva sempre "L'umanità mi fa schifo"....mai come in quei momenti gli stavo dando ragione...
Guardai l’orologio, era ormai mezzogiorno, da un bel po’ stavo camminando sulla spiaggia, avevo percorso un bel pezzo. Il telefono ricominciò a squillare, quella volta decisi di guardare chi fosse, era Enrico…

- Max ma dove cavolo sei finito?
- Sto passeggiando sulla spiaggia…
- Potevi rispondere prima, però! Ci hai fatto venire un colpo! Quando hai intenzione di rientrare?
- Boh, non lo so…a che ora mangiate?
- Tra un po’…non vorrai mica saltare il pranzo?
- Non ho fame, comunque…tra un po’ arrivo………la situazione com’è lì?
- Marco s’è fatto risentire, le ha mandato altri due messaggi, stamattina……comunque l'Emy s’è beccata già qualche urlata da Claudio e Michele…
- Lo immaginavo……tanto non è finita, vedrai che come rientro ci sarà da discutere ancora…ci vediamo dopo…
- Va bene, muoviti…
Manuela e Luca si avvicinarono…
- Dov’è?
- Sta arrivando…

Arrivai sul pianerottolo dopo mezz’ora, la Manu mi stava aspettando, mi aveva aperto lei la porta quando suonai il citofono……

- Come va…
- Potrebbe andare meglio…

Mi guardò in un modo che riconobbi, lo stesso sguardo che mi osservò tante altre volte quando qualche disgrazia si era abbattuta su di me……si avvicinò e mi abbracciò con tenerezza, quasi da sorella...non l'aveva mai fatto prima di quel momento, e ne rimasi sorpreso....non nego che ne fui contento, mi fece sentire bene.....disse…

- Andrà tutto a posto…
- Speriamo!

Quando entrai in terrazzo la scena fu di quelle già viste: silenzio totale, occhi fissi su di me, sguardi attenti ad ogni mio movimento, in cerca di una conferma sul fatto che fossi incavolato o meno……
- Beh! Cosa c’è da guardare tanto? Sono diventato bello nel giro di due ore? Piantatela e mangiate……
Qualcuno tra di noi accennò un sorrisino, ed io ricambiai……anche se il mio umore non era dei migliori……ad un certo punto uno squillo……il solito squillo del solito telefono……accesi il walkman che avevo preso prima di sedermi, in modo da non sentire…ma era più forte di me, così abbassai il volume senza farmi vedere…prese il cellulare, dopo un po’ fece un sorriso……

- Elisa me lo metti lì……anzi no, lo lascio qui, non vorrei che qualcuno guardasse……

Qualche volto si girò verso di me…

- Capirai, c’è tanto da leggere……la guardai……come si buttano duecento lire…
- Non è vero!
- Ah no? E cosa sono? Duecento lire spese bene quelle? Ma vedi di finirla, ingenua che non sei altro, sei ingenua come una bambina……e finiamola qui, ho fame e non ho voglia di parlare…

Fortunatamente il discorso terminò lì, non so cosa sarebbe successo se si fosse protratto più a lungo. Dopo mangiato mi accorsi che verso di me c’era un comportamento come da “compatimento” da parte degli altri, niente prese in giro, tutti seri, il che mi dava anche un po’ fastidio, non mi piaceva essere compatito dalla gente come in passato, ero cresciuto anche per capire che non serviva a nulla fare la vittima, non ci guadagnavo nulla, per cui era inutile fare scene e scene. Per questo, invece di rintanarmi con la mia tristezza da qualche parte, decisi di mettermi a giocare con la Play insieme a Claudio e agli altri, come al solito…

- Non sembri incazzato più di tanto… iniziò Luca……di solito spacchi muri, porte……
- Non ce n’è bisogno, tanto è una situazione che ho già passato, e siccome so già come andrà a finire, è inutile prendersela troppo, o no?
- Giusto…
- L’unica cosa che mi fa incazzare è che quello scemo si mette a rompere proprio adesso che siamo qui, l’avesse fatto a Milano non mi sarei nemmeno arrabbiato perché nessuno mi avrebbe detto nulla. Almeno una settimana tranquilla me la sarei meritata, invece a quanto pare…niente!
- Però anche lei…… aggiunse Michele
- Anche lei?
- È stupida……cioè…tutto sto casino per uno scemo!
- Che ci vuoi fare? Loro sono fatte così! Tanto durerà poco, te lo dico io……

Le ragazze erano sul pianerottolo, e anche loro, come noi, stavano parlando di quanto stava succedendo con la diretta interessata, Valentina era quella che più cercava di far riflettere Emy

- Adesso, non per rompere, ma cosa vuoi fare?
- Boh, non lo so, guarda, mi ha mandato un altro messaggio…
- Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, ti amo……per me quello è scemo!!! Scusa, con quello che hai passato avresti il coraggio di rimetterti con lui?
- Io fossi in te non crederei a quei messaggi! ……

Anche la Manu era d’accordo con Valentina, mentre Elisa e Barbara non si intromisero nel discorso: Elisa per rispetto verso Emy e verso di me, Barbara perché estranea a quanto accaduto l’anno prima, non avrebbe potuto dare un parere sulla situazione che si stava delineando.

- E poi, povero Max! A quello come minimo viene un infarto uno di questi giorni, poi come ha detto Michele stamattina, gli stavi così attaccata, insomma anche noi pensavamo...che sarebbe finita bene……pensaci su…
- Pensaci molto……aggiunse Manu...non so se sopporterebbe
un'altra batosta

In fondo però Emily non diede peso a quello che le venne consigliato. In lei c’era la consapevolezza che forse stava per essere presa in giro un’altra volta, ma allo stesso tempo una goccia, sebbene piccolissima, di speranza, girava nel suo cuore solitaria. In fondo potevo capirla, per lei era stata una storia importante, quella con Paolo, avrebbe dato tutto per lui quand’erano insieme, peccato che avesse trovato un vero e proprio bastardo, capace di illuderla in modo incredibile. Ero cosciente di quanto stava accadendo in lei, ma sapevo ancora meglio che non poteva continuare così…e perciò cercavo di farglielo capire…non meritava un essere come quello, meritava una persona che sapesse darle un amore vero, totale, ed io, nel mio cuore, credevo di poterlo fare…

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CAPITOLO 8: POMERIGGIO STRANO

Fu proprio così: un pomeriggio come tanti altri, uno di quelli che alla fine della tua vita difficilmente ricordi, che non ricordi neanche dopo una settimana, per la verità. Poche, per fortuna, squallide ore di una giornata ancora più squallida, iniziata male e dal finale prevedibilmente ancora peggiore. Sperai vivamente che in quella settimana la sfiga mi colpisse tutta in quel giorno, così da lasciare liberi gli altri, meglio tutta in un colpo!
Finiti tutti i discorsi, e una volta terminato di giocare con la Play, uscimmo tutti per andare in spiaggia. L’atmosfera però non era delle migliori. Durante il viaggio notammo che Michele rimase indietro rispetto a noi, per tutto il viaggio parlò al telefonino…

- Michele chi era?
- Per ora non te lo dico, ti dico solo che starai in pena ancora per poche ore, probabilmente!
- Perché?
- Sorpresa…
- ……speriamo……

Arrivammo in spiaggia un po’ scazzati, ancora stanchi dal giorno prima. La prima cosa che feci dopo che furono sistemati teli e ombrelloni, fu mettermi a dormire, non avevo nessuna intenzione di entrare in acqua, un po’ perché ero stanco avendo riposato poco la notte prima, un po’ perché la giornata nel suo insieme non era di quelle da divertirsi…
Gli altri invece, nonostante la stanchezza, decisero di fare un’altra partita a pallavolo, così rimasi l’unico in spiaggia, ma non me ne accorsi, fin quando non suonò il telefono e mi dovetti svegliare……già convinto che fosse quello scemo, presi il cellulare lentamente……era invece mia mamma, così accelerai i tempi e risposi subito…

- Pronto!
- Ciao piccolo!
- Ciao!
- Come va?
- Qui? Tutto bene……anche se non era vero……
- Ci facciamo sentire, eh?
- Dai, qui abbiamo da fare!
- Sì sì, ci credo guarda! Tutto a posto allora?
- Sì, te l’ho già detto!
- Gli altri come stanno?
- Stanno bene!
- Dove siete adesso?
- Siamo in spiaggia, gli altri sono in acqua, io sono fuori perché sono stanco e non ho voglia di entrare
- Sei stanco di fare niente?
- Dai, piantala!
- Mi raccomando, fatti sentire di meno perché stai chiamando troppo!
- Va bene, sarà fatto!
- Ciao!
- Ciao, ah, papà e Tommy?
- Stanno bene, sono in giro! Quando arrivano te li saluto!
- Va bene, ciao Ma!
- Ciao!

Spensi il telefono e mi rimisi a dormire, mentre gli altri saltellavano e si divertivano in acqua……
……quando mi svegliai mi accorsi di qualcosa di strano: o ero diventato strabico o i miei occhi vedevano due ragazze in più……”e queste da dove arrivano?” mi domandai.
Neanche il tempo di alzarmi che Carlo e Marco le portarono verso di me, Marco con voce a dir poco raggiante me le presentò…

- Queste sono Paola e Laura, le abbiamo conosciute poco fa, mentre stavi dormendo…
- Piacere ragazze, io sono Massimo.....anzi Max……

Rimasi piuttosto colpito, lanciai uno sguardo eloquente a Carlo, che rispose sorridendo e girandosi dall’altra parte……sembrava avessero trovato due ragazze, due belle ragazze, anche! Paola aveva gli occhi scuri, i capelli lunghi e castani chiari, era alta più o meno come Marco. Laura era un po’ più alta, con i capelli corti e scuri e dei begli occhi chiari. Al primo impatto sembrarono anche simpatiche, ma ci sarebbe voluto tempo per conoscerle meglio, anche perché Marco, non appena si allontanarono, mi disse…

-…E sono di Milano……

Per lui e Carlo fu una nota positiva: in effetti non era poi così difficile in quel paesello trovare gente di Milano. Era molto più difficile trovare gente d’altra provenienza. Quel Lido era uno dei tanti posti che in tutto l’anno rimaneva deserto, per poi animarsi da Giugno a fine Agosto.
Laura e Paola ci precedettero nel lasciare la spiaggia, e quando furono ben lontane, una domanda mi venne spontanea:

- Marco, ma le avete lasciate così?
- Ma ti pare? Stasera ci vediamo davanti alle giostre alle nove!
- Ah! Avete cuccato, eh?
- Eh beh! Dai, sono le sette! Andiamo a casa e mangiamo, io e Carlo ci dobbiamo far belli!
- Sì sì, non montatevi la testa, voi due, magari vi danno buca!
- Luca sei un gufo! Esclamò Carlo…

Tornammo così a casa, ed erano quasi le otto quando nel terrazzo della nostra casa eravamo tutti riuniti per una cena a base di pasta, molta pasta. Per uno strano scherzo mi trovai proprio di fronte ad Emy, ma feci finta che non ci fosse, nonostante mi accorsi di qualche occhiata. Durante quella cena il suo telefono squillò altre due volte, ed in base agli sguardi potemmo capire chi fosse. Non m’importava più di tanto, ma non posso nascondere che se avessi potuto avrei fatto tacere quel telefono per sempre! Un volo dalla finestra lo avrebbe distrutto definitivamente! Mi trattenni dal fare commenti, che sarebbero stati inutili, e diedi una mano a svuotare la tavola e a lavare i piatti, mentre Carlo e Marco volarono letteralmente in bagno per mettersi a posto, io sarei rimasto a casa con Enrico, che mi avrebbe fatto compagnia. Alle nove meno dieci Carlo e Marco uscirono dal bagno semplicemente perfetti, si erano messi a posto fino all’ultimo capello (discorso che non valeva per Carlo, in quanto pelato). Alla loro vista tra di noi ci fu un incitamento generale, Mamma mia che fighi siete!!!!

-Visto Max? Secondo te non andiamo a bersaglio stasera??
-Beh…..non dovete chiederlo a me…comunque state bene….vero ragazzi che sono proprio carini???
-Eh si…- disse Elisa – devo ammettere che per una volta siete proprio bellini…
-Ah perché, di solito siamo rospi?
-No Marco..non volevo dire quello…è che state meglio del solito…
-Ah ok….eh eh…dai Carlo andiamo…

Così insieme agli altri, che li avevano aspettati, uscirono.
Rimanemmo così io ed Enrico, prima di sederci mettemmo a posto tutto quanto, ed io preparai i letti a Elisa, a Marco e, sì, anche a Emy: credevo che sarebbero rientrati tutti tardi, percui resi loro più facile il rientro……

- Come, sei incazzato con lei, e le prepari il letto? Io non ti capisco…come fai…
- Vedi, è una situazione già vissuta, ormai sono un esperto…è inutile incazzarsi troppo, la sua è una specie di speranza che non si avvererà mai, crede che lui sia cambiato, ma non è vero, la sta pigliando in giro ancora, tutti quei messaggini, le frasettine dolci…quelle gliele detta tutte la sorella, lui non se le immagina nemmeno…
- Sì, ma non riesco a capire come fai a continuare così. In effetti anch’io credevo che entro questa settimana ci saresti riuscito, ma a questo punto non so come fai…
- Ascolta. Io faccio così perché ci riuscirò. Ti posso spiegare perché lei fa così, e te lo posso spiegare perché lei è uguale a me nel comportarsi. Io quando vedo che lei sta vicino a me, mi illudo che prima o poi succederà qualcosa, ogni cosa che fa, come uno squillo sul telefono, mi fa dire “allora a me ci pensa” e così io mi illudo, esattamente come lei sta facendo adesso con Marco. Purtroppo però Paolo è come lo conosciamo, e non credo possa cambiare…
- E cosa ti fa pensare che invece Emily possa cambiare con te?
- Tra noi due c’è qualcosa……io sono sicuro……lo so, sembrano discorsi fatti da un ubriaco, me ne rendo conto, ma noi due abbiamo troppo in comune, siamo uguali…e poi lei per me è tutto, in questi 17 anni non ho ancora conosciuto una creatura così dolce, bella, comprensiva, ha tutto.
- Tu sei cotto…
- Non ci posso fare niente………ma finirà bene, vedrai. Il fatto è che le ragazze hanno quel chiodo fisso…
- Quale?
- Quello dei pregiudizi…vedi, se loro si devono mettere con qualcuno, per me prima di chiedersi “come starei con questo?” si chiedono “cosa direbbero le mie amiche se mi mettessi con questo?”, mi capisci?
- Perfettamente……hanno paura di quello che potrebbero dire le amiche……ma è normale…anche per noi è così, non dirmi che a te non è capitato che una ti veniva dietro e tu per paura dei giudizi le hai detto di no…
- In effetti……è vero……

Finimmo lì quel discorso, ed accendemmo la Play……

- Chissà Marco e Carlo……magari finisse bene per loro, stasera…
- Spero per loro…

Ed in effetti per Carlo e Marco si prospettava una buona serata: i quattro si trovarono alle nove spaccate davanti alle giostre. Si lasciarono con gli altri, e si diressero per il vialone centrale. Iniziarono a parlare con Paola e Laura. Ne uscì che le due ragazze erano migliori amiche, abitavano a poca distanza da Carlo e Marco. Paola aveva 16 anni, Laura quasi 15, e studiavano al Vittorini, un liceo scientifico vicino a casa dei due ragazzi, che si chiesero come mai non le avessero ancora viste. Lo stesso liceo nel quale dovevo andare anch’io, e che poi abbandonai per andare a fare Ragioneria insieme ad Emy…
I miei amici scoprirono anche di avere molte cose in comune con le loro compagne di quella sera: dai gusti musicali, alla squadra del cuore (percui tutti Milanisti) a tante altre piccole cose. Terminato il vialone si fermarono in una gelateria per prendere qualcosa di fresco, e poi continuarono a passeggiare a braccetto per tutta la sera……

- A che ora dovete essere a casa? - Chiese Marco
- A mezzanotte – rispose Paola
- Siete lontane?
- No!
- Allora le accompagniamo e poi torniamo indietro, va bene Carlo?
- Sì, e a voi?
- Benissimo………

Gli altri ragazzi (Luca, Claudio e Michele) rimasero, come si poteva immaginare, alle giostre, e girarono tra autoscontri e videogiochi per tutta la serata, trainati da un Luca in grande spolvero: quando si sentiva parlare di videogiochi, lui era il primo a buttarsi in mezzo. Tutto ciò accadde sotto gli occhi incazzati neri delle ragazze, che dovettero stare a guardare impotenti quei “bambini troppo cresciuti”, come li denominò Elisa, balzare da un gioco all’altro senza sosta per ore. La loro sera fu quella, guardare gli altri tre divertirsi, guardare qualche ragazzo passare davanti a loro, ed inevitabilmente passare su quel discorso, visto che ogni mezz’ora sul telefono di Emily arrivava un nuovo messaggio…
“Fammi sapere quando sei libera, che poi usciamo” fu l’ultimo di una lunga serie.
Quando Emily ed Elisa rientrarono a casa, Enrico era già andato, ed io stavo dormendo da un po’. Come le due si accorsero che avevo preparato loro i letti, si guardarono in faccia, ed Elisa sussurrò…

- Ma guarda che bravo, ci ha preparato i letti, non è un amore?
-………sì……

Emy capì che quella volta non avevo scelto la linea dura con lei, l’avessi fatto sicuramente avrebbe dovuto dormire con Elisa invece che con me, quella notte. Capì che volevo solo darle un’altra lezione e che non ero incavolato davvero, volevo solo farle capire quello che aveva già capito altre volte, e che doveva capire ancora………

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CAPITOLO 9: LA SORPRESA

“Uhm…ci mancava anche la pioggia…”…fu quella la prima cosa che pensai quel mercoledì mattina. Fin dal letto si potevano sentire le gocce schiantarsi letteralmente sul tetto del nostro terrazzo. Era mattina presto, ma il cielo così coperto mi fece quasi credere che fosse ancora notte…erano le 9, anche quel giorno fui il primo a svegliarmi. Emy dormiva ancora, Elisa e Marco anche, nell’altra stanza. In silenzio, come tutte le mattine, mi vestii e feci colazione…anche se la fame non era molta. Quel tempaccio oltre a non farmi venire l’appetito, mi ricordò che in fondo anche l’ambiente in casa non era dei migliori. La sera prima il parlare con Enrico mi aveva messo un po’ di tranquillità addosso, parlare con lui era rilassante, era davvero un ragazzo eccezionale, sapeva ascoltare e dare consigli giusti, fare commenti senza mai esagerare ed osservare le situazioni in modo particolare. Era il “saggio” del gruppo, quando avevo bisogno di un aiuto sapevo sempre che potevo contare su di lui.
Per curiosità accesi il telefono, non avevo molto da fare…arrivò un messaggio, era di Michele “appena ti arriva questo mes fammi uno squillo e scendi”. Seguii le indicazioni, svegliai Marco per lasciargli le chiavi e scesi…

- Ciao Michele
- Ciao, era ora!
- Avevo sonno…allora, cosa c’è?
- Ieri ti avevo detto della sorpresa, vero?
- Sì, e allora?
- E allora andiamo…
- Dove?
- Non ti preoccupare, ce l’hai l’ombrello?
- No, non mi hai scritto che dovevamo muoverci, ed in ogni caso odio l’ombrello, per cui non chiedermi di salire…
- Ok, andiamo…

Non avevo alcuna idea su quello che Michele stesse facendo, dove mi stesse portando, ma lo seguii. Tra una sosta e l’altra per ripararci quando la pioggia diveniva insostenibile, arrivammo alla fermata del pullman che pochi giorni prima ci aveva portato in quella che cominciavo a non considerare più una vacanza…

- Mi vuoi dire dove stiamo andando?
- Aspetta…anzi…non aspettare più…

Una macchina stava arrivando dal vialone principale. A poco a poco si avvicinò, fino a fermarsi a pochi metri da noi…dalla portiera posteriore uscì una ragazza…dei capelli rossi…cominciai ad intuire…era Eleonora, la cugina di Michele....

- E perché sarebbe una sorpresa….
- Vedrai, riesce ad essere molto convincente…
- In che senso?
- Aspetta…

Non lo capii…l’avevo vista solo una volta, il giorno dopo il mio compleanno, io e Michele le avevamo fatto da guida turistica: lei viveva a Ravenna, e per lei era la prima volta a Milano, così le mostrammo qualche bel posto della nostra città, il Duomo, il Castello Sforzesco (spacciatori a parte)…come allora il mio giudizio su di lei fu positivo: era proprio una bella ragazza! Aveva 20 anni, l’anno prima aveva terminato gli esami con buoni risultati. In quel pomeriggio passato a Milano mi ci vollero pochi minuti per capire che era anche intelligente e simpatica

- Ciao cugina, come stai?
- Bene, non ho portato niente per la spiaggia dato il tempo, tu tutto ok?
- Sì, io tutto ok…
- Ciao…non mi ricordo più come ti chiami!
- Max, piacere di rincontrarti!
- Grazie!
- Ele sei arrivata te e ha smesso di piovere!
- Visto cugino che porto fortuna?
“magari ne portasse anche a me”…il pensiero nella mia testa fu scontato.
- Beh, dove andiamo?
- Ah, non chiedere a me! Michele dove andiamo?
- Dato che ha smesso di piovere…allora, sono le 10…gli altri saranno svegli?
- Può essere…

Stranamente il mio “può essere” poté essere tramutato in un deciso “sì!”. Gli altri erano tutti in piedi. Il povero Marco, da quando fu svegliato da me, non riprese più sonno per la seconda mattina, Elisa ed Emy, coinvolte in una sorta di telepatia, si svegliarono praticamente nello stesso momento, tanto che quando le vide Marco non si risparmiò in commenti…

- Ma cos’è, vi parlate anche nei sogni?
- Ciao Marchino! Hai visto, noi siamo sempre in contatto! Rispose
Elisa……mentre Emy si allontanava per prendere il telefono, chiese…
- Max dov’è?
- È in giro con Michele, ma non so dove…
- L’importante è che non sia da solo, altrimenti mi preoccupo…sai com’è…
- Non c’è da preoccuparsi, mi sembra più tranquillo di altre volte…

Il loro discorso fu interrotto più volte da una serie infinita di squilli…
Io, Michele e sua cugina decidemmo di rientrare a casa. La pioggia ci aveva dato una piccola tregua, così il rientro fu più veloce dell’andata. Ad aspettarci sotto casa, davanti all’ascensore, trovammo Luca…

- Ciao! Come mai qui? Gli chiesi
- Ti devo parlare…diede un’occhiata all'Ele
- Lei è mia cugina Eleonora, si ferma qui solo oggi…lui è Luca…
- Piacere!
- Piacere mio…Max andiamo
- Va bene…raga ci vediamo dopo

Io e Luca attraversammo la strada…

- Ti devo dire una cosa…
- Sono qui! C’entra la Manu?
- No…c’entra Paolo…
- Cioè? Cos’ha combinato ancora, le ha chiesto di sposarlo?
- No no…(un sorriso prima di continuare) è che prima di partire mi ha chiamato a casa…
- E allora…
- E allora…mi è scappato che andavamo tutti in vacanza
- Continuo a non capire…
- Forse è per quello che sta facendo così con Emy, per rovinarti le vacanze
- Ma va, non ti preoccupare, tanto prima o poi l’avrebbe fatto, e poi non c’entri tu se lei ci casca!
- Va bene…allora non ti sei incazzato…
- No, non ti preoccupare
- Uff…meno male
- Con la Manu?
- Tutto bene…beh, possiamo tornare su
- Ok!

Procedemmo verso l’ascensore, appena entrammo il mio cellulare mi avvisò dell’arrivo di un messaggio…

- Chi è?
- Paolo…
“da oggi lascia stare la mia ragazza x’ altrimenti quando ritorni a Milano sono cavoli tuoi. ci siamo capiti?”…

Io e Luca facemmo in tempo a leggere il messaggio che arrivammo al terzo Piano, aprii la porta dell’ascensore e spontanea mi scappò una gran risata…Claudio era sul pianerottolo con Barbara, e vedendomi ridere così non riuscì a trattenersi e iniziò a ridere anche lui: una volta letto il messaggio, capì il perché di quel mio divertimento…
Dopo qualche minuto il messaggio era già passato tra le mani di tutti, ed ognuno mi aveva espresso il proprio parere in merito, chi commentandolo, come la Manu

- Quello è tutto scemo!

chi con un semplice ma eloquente sguardo, come Valentina…

- Che simpaticone, visto Vale?
- Però non te la prendi più di tanto! Bravo Max!
- Ormai…

All’ora di pranzo Eleonora aveva già fatto la conoscenza di tutti ed aveva constatato di persona quel che Michele le aveva detto riguardo la situazione
- Sbaglio o è un po’ ingenua quella ragazza…
- O forse sono più scemo io che le vado dietro?
- Dai…

Proprio mentre stavamo consumando (mentre per Carlo si parlava di divorare) un bel piatto di pasta, il mio telefono squillò. In quel momento ero impegnato a bere, ma quando mi accorsi che era proprio una chiamata e non un semplice squillo, presi il cellulare ancora con l’acqua in bocca…quando vidi il nome sul display, mi andò l’acqua di traverso…era lui…e Emy era ancora di fronte a me…

- Siiii….feci con tono allegro
- Pronto, ti è arrivato il messaggio stamattina?
- Il messaggio di stamattina…Quale, quello in cui dici ”lascia stare la mia ragazza x’ altrimenti sono cavoli tuoi”?
- Sì, perché non hai risposto?
- Perché non ho risposto? Primo perché soldi per risponderti io non ne butto, secondo perché avevo troppo da ridere, da farmi venire il mal di stomaco, e non ho neanche fame! Ascolta! Evita di mandarmi quei messaggi perché se la tua presunta ragazza ci casca, non è detto che io debba fare lo stesso, infatti io mi metto a ridere…non mi prendi più per il culo caro…almeno, a me no…poi con gli altri puoi fare quello che vuoi…e comunque se volevi rovinarmi le vacanze non ci stai riuscendo affatto…ci sentiamo…-……tac!

Chiusi il telefono senza sentire la risposta…e senza cercare lo sguardo di nessuno accesi la Play e mi misi a giocare mentre gli altri continuarono a mangiare in silenzio…ma l’atmosfera non era delle migliori…

-….vai al diavolo……-…qualche volto si girò verso di me……-…macchinina stupida…-……

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CAPITOLO 10: ERA ORA DI……

La pioggia non voleva proprio darci tregua. In effetti, da quando eravamo arrivati al lido, il tempo era stato sempre magnifico, ma quel giorno il non poter uscire per noi equivaleva a stare in carcere. Infatti intorno all’una ricominciò a diluviare, addirittura fummo costretti a chiudere le finestre in terrazzo perché l’acqua era talmente forte che stava entrando in casa…
Mi misi a giocare con la Play solo per trovare una specie di diversivo, una soluzione per uscire da quella situazione che mi sembrava alquanto imbarazzante. Dopo pochi minuti ero disteso sul materasso superiore del letto a castello ad ascoltare un po’ di musica, che in momenti come quello fa sempre bene, mentre gli altri ragazzi si alternavano con la Play, e le ragazze facevano un po’ più di conoscenza con Eleonora.
Cosa stavo ascoltando? Come al solito gli 883, amavo quel gruppo…scriveva delle canzoni in cui a volte mi sembrava di rispecchiarmi perfettamente, ma in periodi diversi: a seconda di come mi sentivo, c’era una canzone adatta a quel momento…ed in quel momento, le strofe adatte erano quelle di “nessun rimpianto” , ”la regola dell’amico”……anche se cambiavo spesso idea. In quei due - tre anni avevo molte volte cambiato parere, passavo in un attimo dalla gioia al dolore, o per meglio dire dall’illusione alla realtà…ma forse tutto quello che era successo in passato mi aveva aiutato a maturare un po’. Riguardando me stesso, “il Max” di qualche tempo prima era un bambino testardo che quando si puntava su una cosa non voleva altro, che credeva che le persone fossero buone quanto lui, che si illudeva di ricevere un giorno per quanto dava, un Max che viveva con i piedi per aria, che viveva solo di illusioni. “il Max” del presente era diverso. Era con i piedi per terra, finalmente. Avevo imparato a ragionare sulle situazioni, a non reagire in modo impulsivo, ed ero un po’ più egoista. Sì, egoista! Pensavo più a me stesso, in passato venivano prima gli altri di me. E, altra cosa importante, avevo capito che “fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio”!
Qualcosa in me era davvero cambiato…ed in quelle ore lo stavo capendo ancora di più, non era come una volta. All’inizio di quell’ennesima discussione, due giorni prima, mi sembrava un “Deja vu”, una situazione già vissuta…ma quello che stava accadendo dentro di me non l’avevo mai passato…era una sensazione strana…forse era davvero il momento di………
……avvolto nei pensieri, che offuscavano la musica degli auricolari, non mi accorsi che sulla porta qualcuno mi stava osservando: era Valentina, e aveva il mio telefono in mano. Mi tolsi gli auricolari, e mi strofinai gli occhi per togliere due lacrime che mi erano scivolate lentamente sulle guance, fino al mento. Con un balzo scesi dal letto, e mi avvicinai a lei

- Mi hai visto…
- Sì, ma non ti preoccupare, sto zitta. Come va…
- Beh, se mi hai visto…
- Scusa…
- Non scusarti, era un attimo così, ma passerà presto, vedrai…molto presto…
- …Max
- Sì…
- Se vuoi parlare un po’…ci sono…
- Si vede che sei stata mia compagna di banco…
- Perché?
- Sei troppo buona…

Per un momento mi sorrise, poi si avvicinò e m’abbracciò, rassicurandomi che tutto sarebbe finito bene…

- Ma alla fine, che ci facevi col mio telefono?
- Ah già, che stupida! Me ne stavo dimenticando! Ti è arrivato un messaggio…
- Grazie…uhm…vediamo di chi è……ancora…
- Ancora lui?!
- Sì! Allora…”dai, resisti ancora, mi voglio solo divertire un po’, qui non ho niente da fare! Non arrabbiarti! Tanto lo sai che non me ne frega niente! Ciao!”……Valentina, non dire niente all'Emy, ok?
- Perché? Una volta che ha letto questo sei a posto!
- Non ti preoccupare, glielo farò leggere al momento giusto, ma promettimi che non le dirai niente…
- Va bene!
- Grazie…adesso vado a fare un giro…
- Io torno dalle ragazze…ma lo sai che la cugina di Michele è simpaticissima?
- Sì, lo so, l’ho conosciuta tempo fa, è una brava e bella ragazza…
- Ed è anche intelligente…che ne sai, magari entro stasera fa un lavaggio del cervello all'Emy…
- Lì bisogna cambiarlo, il cervello, sarà sempre così…
- Ok, vado…
- Ci vediamo dopo…
- Ehi....
- Dimmi Max...
- Con Michele come va?....
-....Bene, perchè?
-....Vedi di non fare come l'Emy, ok?
- Va bene....a dopo...

Dall’armadio vicino al letto presi le scarpe, e poco dopo uscii in terrazzo, la pioggia era diminuita, e due finestre erano state aperte. Era in corso un vero e proprio torneo con la Play di calcio tra i ragazzi, quando arrivai io era in corso la seconda semifinale, tra Luca e Carlo, che come al solito fermava il gioco per distrarre l’avversario poco prima del tiro…

- La devi piantare!
- E dai, per una volta!
- Luca ha ragione comunque!
- Ah, ciao Max! L’hai sentito? “per una volta”…
- Sì, una volta per ogni minuto di gioco! Chi ha vinto la prima semifinale?
- Io! Rispose Marco
- Contro?
- Me, ha vinto ai rigori! Mi ha sbagliato Veron……
…con tono deluso Claudio ammise la sconfitta…
- Chi vince la finale fa una partita con me?
- Intanto bisogna vedere chi vince la semifinale, comunque a me va bene…disse Marco
- Gooooooooooooooooolll!!!! Un urlo interruppe bruscamente il nostro discorso, Luca aveva segnato a pochi secondi dalla fine
- Guarda che gol che t’ho fatto!!! Così impari a barare!
- Eh, ma non è giusto!

Così la finale fu tra Marco e Luca…il risultato fu 1-0 dopo una gara di 20 minuti piena di occasioni da una parte e dall’altra, e così la mia partita dovetti disputarla con Marco…e a sorpresa riuscii a batterlo, per la mia gioia e per vendicare Luca, che ovviamente fu molto contento.
Terminata la partita, come avevo deciso poco prima, uscii per andare a fare un giro, dato che la pioggia per un momento aveva dato di nuovo tregua, anche se non sapevo per quanto avrebbe retto…rischiai comunque ad uscire, avevo voglia di restare un po’ solo con me stesso, mi avrebbe fatto bene riflettere ancora su tutto quanto…
Arrivato in strada mi accorsi che il tempo minacciava ancora diluvi, a guardare il cielo non si scorgevano margini di miglioramento, ma ormai ero sceso, per cui continuai… spinto da una voglia di solitudine mai sentita prima.
Ripresi a camminare sotto i portici: non avevo mai visto da quando ero arrivato un vuoto così totale, quella era la prima volta. E a pensarci bene, neanche rumori, solo qualche motore si udiva da lontano…sembrava d’essere in inverno…sembrava, perché subito fui smentito.
Mentre camminavo udii un suono strano, all’inizio non ci feci caso: andando avanti si fece sempre più forte. Per un attimo mi fermai per capire da dove provenisse. Al primo angolo girai a sinistra. C’erano quattro colonne di marmo. Quel suono, che ora avevo riconosciuto come un pianto, il pianto di una ragazza, si fece sempre più vicino. Feci un passo avanti, poi un altro. Era seduta sul gradino che faceva da base alla seconda colonna. Tutta raggomitolata, con le braccia si stringeva le gambe. La fronte appoggiata alle ginocchia. Dei capelli lunghi, biondi: le coprivano il viso, scendendo fino a metà gambe. Non si era accorta di me, continuava a singhiozzare…all’inizio volevo andarmene senza farmi notare: un passo indietro, ancora uno. Anche se non la conoscevo, però, mi faceva tenerezza: tutte le ragazze che piangono danno quella sensazione, l’avevo già provata in passato, con chi? Bravi, ormai mi conoscete…
Così mi riavvicinai…a dire il vero non sapevo veramente quello che volevo o dovevo fare, era una situazione diversa dalle altre. Era una persona che non conoscevo, probabilmente aveva litigato con qualcuno o le era successo qualcosa, magari di grave. Se le avessi chiesto qualcosa non sapevo come l’avrebbe presa, avrebbe potuto rispondermi come avrebbe potuto mandarmi al diavolo

“……e adesso cosa faccio?……”me lo domandai più d’una volta, ero nel panico, non sapevo proprio come comportarmi…non era la prima volta che mi accadeva, ma se avessi continuato a pensare a cosa fare, si sarebbe fatta notte! Mi dovevo decidere, ed anche in fretta…

…………………………Driiiiin!!!

Come non detto…
“Accidenti, telefono del cavolo!” il telefono aveva rotto il ghiaccio…era Claudio

- Ma dove sei finito?
- Ti richiamo dopo, ora non posso!
- Come mi richiami dopo? Max! Max! Mi ha spento il telefono in faccia
- Si vede che è incavolato, lascialo stare, poi tanto torna, non si perde mica! Conosce questo posto meglio di noi……- gli suggerì Enrico
- Non è quello il problema…
- E quale sarebbe?
- Mi ha detto “ti richiamo dopo, ora non posso”, non mi ha detto “lasciatemi in pace, sono incazzato”!
- E allora…
- E allora, sembrava diverso……bah, forse hai ragione tu…ma sì……

Spensi il telefono, ma ormai…

La ragazza si era alzata…era proprio di fronte a me, a tre, massimo quattro metri di distanza…sentii una vampata di calore percorrermi dai piedi all’ultimo capello. Avessi avuto la possibilità di guardarmi in uno specchio avrei probabilmente visto un grosso pomodoro, invece della mia faccia…mi ritrovai in imbarazzo più di prima, e lei era lì, che mi guardava negli occhi, con uno sguardo tra il sorpreso per il non essersi accorta di me in precedenza, e il triste. I suoi, di occhi, erano così azzurri che ne potevo apprezzare il colore anche da lontano, ma erano ancora gonfi di lacrime: solo da poco aveva smesso di piangere. In quei pochi, pochissimi attimi in cui l’osservai, potei notare la sua bellezza, che mi colpì in modo particolare. Era alta più o meno come me, non potevo saperlo di preciso perché eravamo distanti, portava dei jeans fino alla vita azzurri chiari, ed una canottiera aderente che ne esaltava le forme
Goffamente misi il telefono in tasca…

- Ehm……passavo qua vicino……ho sentito piangere e…sono……sono venuto a vedere chi……chi fosse……forse ti sei spaventata per il telefono………
Lei continuò a guardarmi per un po’, quasi non avesse sentito nulla di quello che le avevo detto: e poco dopo, come se nulla fosse, si girò e ricominciò a piangere come prima, appoggiandosi alla colonna…
“che bella figura da scemo, e adesso? Cosa faccio?” fu il mio pensiero, consapevole di non aver avuto un grande approccio.
Mi avvicinai a lei, e quando le arrivai vicino mi feci coraggio, in fondo…
-………Problemi di cuore………- le chiesi con tono pacato………questa volta mi rispose, anche se singhiozzando
-……sì……

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CAPITOLO 11: QUALCOSA...

- Il tuo ragazzo……
- ……mi ha lasciata per la mia migliore amica…
- Quando è successo?
- Tempo fa……tre mesi……
- E piangi ancora adesso?
- Gli ho parlato prima al telefono……ha detto che non mi vuole più sentire…
-……posso capire……- intanto smise di piangere e finalmente riuscii a fissarla bene negli occhi……non avevo visto male da lontano…era davvero carina…
- E’ capitato anche a te? – mi chiese
- Quasi……quella a cui andavo dietro l’anno scorso s’è messa con uno che si è finto mio amico……per poi mettersi con lei…
- Bello stronzo – commentò asciugandosi le ultime lacrime……
- Vuoi un fazzoletto per asciugarti il viso?
- Sì………adesso voglio vedere quando torno a casa che scusa s’inventa……grazie del fazzoletto……
-Al Lido dove abiti, non ti ho vista in questi giorni, anche se sono qua da Domenica…
- Ho la casa in fondo al vialone, dove c’è la gelateria…
- E sei venuta fin qua…
- Volevo stare da sola, ero qua da più di un’ora, quando sei arrivato…adesso però è ora che torni a casa…
- Se ti va e non sono troppo invadente t’accompagno, così magari ti sfoghi un po’….che ne dici……
- Ok…
- Andiamo…………

Intanto a casa……

- Ma dov’è finito quel cretino! - Luca cominciava a preoccuparsi, ero fuori da un bel po’ e ormai avevo spento il telefono da tempo, mia mamma non mi aveva trovato e lui s’era inventato una scusa……
- Prova a chiedere alle ragazze – suggerì Carlo – forse loro l’hanno sentito! –
- Ora vado…
- Vengo anch’io

Le ragazze erano in un’altra casa, quella di Carlo Manu Enrico e Valentina, e stavano parlando un po’ di tutto con Eleonora…

- Ragazze scusate l’intromissione!
- Cosa c’è Luca? Chiese Barbara
- Avete per caso sentito Max?
- Perché? Disse Valentina
- È in giro e ha il telefono spento da un casino di tempo, cinque minuti fa mi ha chiamato la madre perché non lo trovava!
- E cosa le hai detto?!
- Le ho detto che è uscito senza telefono perché è scarico, lei m’ha detto di farsi richiamare, ma vorrei sapere quando rientra!
- Noi non l’abbiamo sentito, cosa facciamo, andiamo a cercarlo? – disse Elisa
- Eh sì, facciamo la caccia all’uomo adesso! Aveva detto che usciva una mezz’oretta ed è fuori da due ore, con il telefono spento! – Claudio era piuttosto arrabbiato
- Cosa facciamo…comincio a preoccuparmi – disse la Manu…
- Cosa facciamo………- continuò Cla -………aspettiamo! Cosa dobbiamo fare! Neanche in vacanza si può stare tranquilli, i litigi anche qui dovevamo portarli? –

Senza paura Claudio lanciò un’occhiata ad Emy, per farle capire che ce l’aveva con lei

- Perché guardi me adesso? Cosa c’entro io?
- Ah, tu sei la santerella che non fa mai niente, vero?
- Cosa ci posso fare se quello esce e spegne il telefono?
- Cosa ci posso fare? Io non c’entro? Ma ti rendi conto che quello l’hai fatto impazzire? Per chi? Per un deficiente che ti sta prendendo in giro! Ma come stai?
- Non mi sta prendendo in giro!
- Ah no? E allora sai cosa ti dico? Sei la persona più stupida e ingenua che abbia mai conosciuto! Non ti sai accorgendo che stai trattando la persona che ti vuole più bene a questo mondo a pesci in faccia? Eh? Te ne accorgi solo quando scopri che ha ragione? Continua così, prima o poi ti ripagherà con la stessa moneta! E ti renderai conto di quanto è brutto! E spero che sia presto…

Mentre Claudio stava parlando erano arrivati anche gli altri, e così tutti sentirono quello che aveva detto. Nessuno diede torto né ragione alle sue parole, ma gli sguardi che si incrociavano in quei secondi fecero capire che in fondo, in quello sfogo, ci fosse un po’ di verità.
In silenzio Claudio tornò indietro mentre Luca e gli altri rimasero sulla porta…

- Allora, che facciamo?
- Aspettiamolo, se è intelligente vedrai che torna…- disse Valentina
- Va bene……

Luca e gli altri raggiunsero Claudio…

- Vi è piaciuta la strigliata?
- Sì! – rispose Enrico
Anche gli altri si trovarono d’accordo…

Erano le sei passate, ed ancora non ero rientrato. I ragazzi ricominciarono a giocare, mentre le ragazze iniziavano a preoccuparsi per quello che stava accadendo…

- E se non torna? Chiese Elisa
- Ma sì che torna! Mica è scemo! Rispose decisa Valentina
- Come fai ad esserne così sicura? Disse Barbara
- Lo conosco, è stato mio compagno di banco per un anno! Non è il tipo da fare scemenze…vedrete che tornerà…
- Certo che l’hai fatto stare in pena quel ragazzo!

Affermò Eleonora guardando Emy, la quale non fece in tempo a rispondere…il suo telefono squillò, le era arrivato un messaggio.
I suoi occhi cominciarono a brillare……prese il telefono……e dopo qualche secondo il suo voltò si scurì di colpo…guardò Elisa e le fece leggere il messaggio……

“davvero pensavi che volessi stare con te? Scherzetto! Non ci sarai mica cascata! Gli errori si fanno una volta, non due! Ciao! Buona continuazione di vacanze!”………………………

Io e Chiara (così si chiamava) eravamo arrivati, tra una chiacchiera e l’altra, a destinazione…durante la passeggiata si era un po’ calmata, trovai piacevole parlare con lei, e credetti che la cosa fosse reciproca. Abitava proprio di fronte alla migliore gelateria del Lido (e non erano poche, anzi! Se non ricordo male erano ben cinque…), e purtroppo anche la più lontana! Così arrivò il momento di salutarci…

- Fino a quando resti qua?
- A fine settimana torno a Milano, sono solo con un gruppo di amici…
- Erano loro che ti chiamavano prima?
- Sì, ma non mi sembrava il momento giusto per parlare…
- A proposito di telefono, potremmo darci i numeri, così se hai voglia ci vediamo…
- Va bene…

Scoperta…oltre alla mia stessa età aveva anche il telefono uguale al mio…ma rosa…il mio era blu…dopo esserci scambiati i numeri di telefono, ci salutammo, questa volta per davvero…

- Beh, grazie per la chiacchierata, mi hai tirato su di morale
- Figurati! So cosa vuol dire star male……comunque se vuoi parlare ancora……- con la mano le feci il gesto del telefono……
- Va bene……ora devo andare……ci vediamo……
- Ok, ciao!
- Ciao……grazie ancora…
- Di niente…ciao……

Era incredibile come in così poco tempo fossi riuscito a fare amicizia con quella ragazza: rimasi sorpreso. “potere delle vacanze”, pensai. Durante la passeggiata avevamo parlato un po’ di tutto, come si fa con qualsiasi persona la prima volta, per conoscersi, anche se a volte non basta.
Però in quei minuti avevo capito che era una brava ragazza. Di solito quando ci si dice…”beh, ci vediamo” al momento di salutarsi, in realtà si pensa “col cavolo che mi rivedi”. Lei non mi dava quell’aria, magari ci saremmo sentiti ancora……e un po’, a dire il vero, ci speravo……
Erano le sette meno venti, accesi il telefono (dopo aver dato il numero a Chiara l’avevo ancora spento), per vedere se qualcuno chiamava…telepatia! Dopo cinque secondi Manuela si fece sentire…

- Max dove sei finito???
- Sto arrivando! Calma! Come mai quella voce?
- È successo un casino!
- Cioè?
- Paolo l’ha mollata ancora!!!
- Ah ah! Lo sapevo! Legatela perché altrimenti si butta dal terzo piano!
- Dai! Guarda che ti ha chiamato tua mamma, ha detto di richiamarla!
- Adesso provvedo! Per le sette sono lì!
- Va bene, muoviti che qui siamo incasinati!
- No no! Io me la prendo con calma! Non voglio assistere a scene di isterismo!
- Dai, ci vediamo dopo!
- Ciao…

- Cosa ti ha detto Max? Chiese Luca.
- Che non gliene frega niente……adesso chiama la madre e per le sette è qui…
- Non ti ha detto dov’è andato?
- No, non m’ha detto nulla…

Altro che scene d’isterismo, bisognava tenerla legata davvero, Emy. Era distrutta, esattamente come un anno prima, non era cambiato nulla.
Poco prima Barbara era andata da Claudio ad annunciargli la notizia…

- Ma mi stai prendendo in giro?
- No!!! Come sei uscito tu le è arrivato il messaggio! Sembra quasi fatto apposta!
- Mamma che gufo che sono!! Adesso?
- Adesso è di là che piange come una disperata…
- E adesso viene il bello…
- Cioè?
- Voglio vedere come si comporta Max……se si avvicina ancora……quant’è vero che esiste Dio lo strozzo!

Eleonora invece stava parlando con suo cugino…

- Mamma mia! meno male che già stasera me ne vado!
- Perché?
- Perché?! Sono rimbambita! Come fai a resistere con tutti questi casini?
-……ormai siamo abituati……peccato che vengano fuori quando siamo in vacanza………

Intanto, tornando a casa, chiamai mia mamma per sapere come andavano le cose…a Milano faceva un gran caldo, 35-36 gradi, non si respirava! Tommy, il mio cucciolotto, stava bene, mio papà anche. Come al solito mi chiese dell'Emy, i miei erano convinti che ci fossi insieme. Per una volta dissi una bugia…

- Sta bene…

Arrivato sotto casa vidi Enrico sul terrazzo, stava guardando se arrivavo…
Lo fissai finché non mi fece un segno eloquente con la mano, uno di quei gesti che vogliono dire “casini in vista”…
Mi fermai un momento…tirai un sospirone, e poi proseguii…quella sera avrebbe segnato la resa dei conti…tra il mio cuore ed il mio cervello…chi avrebbe vinto? Non lo sapevo neanch’io……

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CAPITOLO 12: INIZIA LA SERATA………

Non presi l’ascensore, scelsi le scale. Volevo ritardare il più possibile quel momento……arrivato al terzo piano mi ritrovai di fronte Carlo, Marco e Valentina, pronti a dirmi quello che era successo poco prima……

- So già tutto, lasciate stare…
- E allora? Chiese Carlo
- E allora?! Allora cosa?
- Allora…allora! Cosa fai adesso?
- Non te lo dico……

Entrai in casa, e manco a farlo apposta, davanti a me c’era Elisa che sorreggeva Emy, che ancora non aveva smesso di piangere……guardai Elisa, che per un attimo contraccambiò lo sguardo, e tirai dritto in terrazzo. C’erano Claudio, Barbara, Enrico e Luca. I loro sguardi passarono in pochi attimi dalla Play a me…

- Beh? Cosa c’è da guardare?
- Si può sapere dov’eri finito? Iniziò Claudio
- A fare un giro……
- E perché mi hai detto ”ora non posso!” ?
- Perché…perché c’era un incidente vicino alla gelateria in fondo alla via e stavo guardando…
- Potevi dircelo, venivamo a vedere! Esclamò Luca
- E tu ti saresti staccato dalla Play per venire a vedere un incidente? Ma fammi il piacere!
- In effetti…- disse sottovoce Enrico…poi, alzando il tono…-… hai visto che Paolo ha colpito ancora?
- Finché c’è una scema che ci casca lui l’occasione non la perde, cosa vuoi che ti dica…mi spiace solo di non essermi svegliato prima……
- In che senso?
- Hai capito il senso…
- Ah……sì, ho capito……
- L’importante è che adesso ti decida…- continuò Claudio
- Cioè?
- Non vorrai mica rifare lo stesso errore per la seconda volta!
Claudio per errore si riferiva al tornare da lei, l’avevo già fatto una volta l’anno prima, la situazione era la stessa, in pratica…
- Mah…
- Mah…cosa?
- La situazione è la stessa dell’anno scorso
- E allora?
- E allora niente……la situazione è la stessa, ma io non sono più quello dell’anno scorso…
- Concludendo?
- Vedrai……
- Vedrai……dici sempre così e poi sappiamo come ti comporti
- Eh, lo so…

Questa volta le cose erano diverse……davvero, però. Tante volte avevo detto “basta, con me ha chiuso”, ma mai furono affermazioni che trovarono riscontri nel mio cuore. Infatti tutte le volte quelle situazioni si risolvevano con un abbraccio, o con un semplice “scusa”.
Quella volta mi ero stufato, però. Per troppo tempo avevo sopportato l’insopportabile, avevo sofferto come un cane, ricevendo cosa? Solo umiliazioni, ogni giorno una presa in giro diversa, un mattone in più sulla testa, che si sommava ad altri, ad altri, ad altri…ormai sul capo avevo un complesso residenziale degno di Beverly Hills (ogni tanto bisogna metterla sul ridere…).
All’ora in cui arrivai quella sera, se fosse stata una serata normale avremmo già finito di cenare, invece per causa di forza maggiore alle sette e mezza non avevamo ancora iniziato……
Mangiammo in fretta, il tempo intanto si era ristabilito e quella sera sarebbe stata adatta per passeggiare, anche se non tutti ne avevamo proprio voglia……per quanto mi riguarda la mia cena fu a base di un bel panino con la pancetta e la solita, immancabile lattina di Coca-Cola. Neanche il tempo di digerire e già ero in cortile, non mi piaceva molto l’ambiente casalingo, era proprio soffocante, quella sera, e per uno che non soffre di claustrofobia…
Pochi minuti dopo fui raggiunto da Marco……

- Come va?
- Io? Tutto bene! Ah, stasera……
- Stasera?
- Io con lei non dormo, mettiamo le cose in chiaro. Mandiamo Elisa con lei e noi due dormiamo sul letto a castello…
- Sì, ma sopra ci stai tu!
- Sì sì, mica ho paura! Mi basta solo non dormire con lei! Piuttosto anche per terra, ma con lei no!
- Lo dico io ad Elisa?
- Io non avrei problemi a parlarci. Comunque va bene, diglielo pure tu……a proposito, stanno arrivando tutti……ehi, dove andiamo stasera?
- Agli autoscontri! Dove vuoi andare! Rispose Claudio, subito seguito da Luca e Carlo

In pratica aprimmo la serata, c’eravamo solo noi……non erano neanche le otto, in fondo……paradossalmente, eravamo in grande anticipo nella serata in cui sembrava tutto in ritardo!
Per una buona mezz’ora girarono solo le nostre quattro o cinque macchine, io come sempre avevo come compagno Carlo, che mi aiutava a “far peso” negli scontri, anche se, quando si trattava di evitare dei botti, dovevo sfruttare tutte le mie abilità di guida, perché la macchina era un po’ pesante……guarda caso, come si mise al volante lui, arrivarono le mazzate, anche perché arrivarono altri ragazzi……botte da tutte le parti! Bastarono pochi minuti per distruggermi e farmi uscire dalla macchina con le ossa rotte, ci mancava poco che non riuscivo a stare in piedi!

- Se devi guidare, la prossima volta ti metti su un’altra macchina!
- E vabbè, scusa!
- Scusa? Sono un rottame…ahi! La schiena!

Nella confusione di quei minuti non avevo sentito il telefono squillare…l’essere ancora intatto era già un miracolo!
Lontano da sguardi indiscreti notai che era arrivato un messaggio di Chiara…me l’aveva inviato 10 minuti prima, ed in più mi aveva fatto quattro squilli…

“Ciao Max, questa sera non ho niente da fare……hai voglia di fare un giro? ci troviamo alla fermata del pullman alle 21, se ti va bene”

guardai l’orologio…20.45……”va bene, ci vediamo dopo…Ciao”

Meno male che mi arrivò quel messaggio……Emy piangeva ancora, Elisa e le altre erano lì a farle da balia…i ragazzi si facevano gli affari loro……non era proprio il caso di restare con loro……

- Enrico!
- Dimmi Max!
- Io vado a farmi un giretto da solo, ci vediamo dopo, tanto credo che resterete qui……
- Credo anch’io, con tutto quello che è successo oggi, non ci sarà molto da muoversi
- Ok, ci vediamo dopo…
- A che ora?
- Non lo so, dieci, dieci e mezza
- Va bene, a dopo
- Ciao!
- Dove sta andando Max? Si avvicinò Claudio
- Non lo so, mi ha detto che andava a fare un giro
- Mah…
- Cosa?
- Per me c’è qualcosa sotto
- Di che tipo?
- Non so…….vediamo se ha spento ancora il telefono…………infatti! Luca!
- Si?
- Hai voglia di fare un pedinamento?
- A chi?
- Max!
- Anche tu sei curioso?
- Non sai quanto!
- Vengo anch’io! - Si intromise Carlo
- Va bene, andiamo!
- No dai! Poi s’incazza e dà la colpa a me! Disse Enrico
- Non ti preoccupare, non ci facciamo mica vedere! Gli rispose il cugino…
- Voglio proprio sapere cosa sta combinando……

Claudio aveva capito, da come mi comportavo, che c’era qualcosa che non andava: anche qualche ora prima avevo spento il cellulare, cosa che mai avevo fatto prima quando andavo in giro, e poi, quella risposta, “adesso non posso!”: l’aveva lasciato un po’ perplesso, nonostante avessi inventato la scusa dell’incidente……
Io intanto, ignaro del pedinamento che si stava sviluppando dietro di me, con passo deciso mi avviai verso la fermata del pullman. Fortunatamente avevo letto il messaggio in tempo, altrimenti non so come avrei potuto rimediare! Chiara avrebbe pensato che non m’importava nulla di vederla. Eh sì, per una volta m’era andata bene, e alle nove in punto, arrivammo contemporaneamente alla fermata, io venendo da una parte, lei dall’altra della via principale……indossava dei jeans chiari, ed una maglietta bianca, scarpe da ginnastica nere……io invece ero in abiti “da combattimento”, così li chiamavo. Sapete quali sono? Sono quelli adatti ad una serata di divertimento, autoscontri, partite a calcio eccetera…avevo una maglietta gialla e dei pantaloncini neri, che mostravano le mie gambe, il che non era proprio un bel vedere……

- Ciao, scusa per l’abbigliamento, ma ero sugli autoscontri…in più il messaggio l’ho letto in ritardo e non ho fatto in tempo a cambiarmi…

Si avvicinò a me e mi diede i classici tre baci sulle guance……”in vacanza già alla seconda volta che ci si vede ci si danno i tre baci?” pensai……

- Non ti preoccupare, al massimo dovevo mandarti il messaggio prima
- Vabbè, l’importante è che ci siamo trovati……allora, come va, mi sembra che tu stia meglio di oggi pomeriggio…
- Sì, va tutto bene……ero distrutta, però adesso sto meglio……
- In fondo, l’hai presa bene……
- Sì, è inutile piangerci troppo sopra, bisogna accettare le cose e basta, alla fine io sono con la coscienza sono a posto, lui un po’ meno, io non ho niente di cui lamentarmi…
- Se è così allora va bene…tanto poi quando si accorgono degli errori cercano di tornare indietro…
- Sì ma con me non ci deve provare, io non sono una che torna indietro
- Beata te che ce la fai…io sono un disastro………
- Non è colpa tua…
- Lo so, ma devo cambiare……
- Con quella ragazza come va?
- Quando sono tornato a casa ho scoperto che quello l’ha mollata ancora, è da oggi pomeriggio che piange…me ne sono andato perché non volevo vedere altro…
- E adesso magari aspetti che torni da te……
- Non è che ci sia da aspettare, perché tanto lo farà. Te l’ho detto oggi, per due giorni mi ha dato l’impressione di volersi mettere con me e poi c’è cascata ancora, non mi è andata giù……
- Allora cosa farai?
- Non lo so……

O almeno le dissi che non lo sapevo, ma in fondo avevo già previsto tutto, già vedevo come sarebbe andata a finire quella sera, e non sarebbe stato come al solito, me lo sentivo……

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CAPITOLO 13: LA QUIETE………

- Luca, Carlo! Venite qua! Sussurrò Claudio
- Eccoci…
- Guardate là…
- E chi è quella? Disse sconcertato Carlo
- Una ragazza! Chi vuoi che sia…- rispose Luca
- No, quella è una gran…
- Abbassa la voce scemo! Vuoi che ci senta?

Claudio aveva capito perché stavo nascondendo tutto, non volevo creare altri casini.

- Beh, abbiamo visto fin troppo, ce ne possiamo anche andare da qui: per il resto, cosa facciamo?
- In che senso? Chiese Luca
- Nel senso……stiamo zitti, lo diciamo, se sì a chi……
- Ormai Enrico sa che l’abbiamo seguito, a lui lo possiamo dire. Per gli altri direi di star zitto e di vedere come si comporta Max con Emy……- suggerì Luca
- Sì, forse è meglio – anche Carlo era d’accordo.
- Sì ma tu devi stare zitto con Manuela, non devi farti scappare niente!
- Va bene…
- E tu devi stare zitto con Marco!
- Sì, io sto zitto con la Manu, Carlo con Marco, ma tu devi farlo con Barbara, altrimenti è inutile
- Ok, aggiudicato. Torniamo indietro, se ne stanno andando……

Io e Chiara, mentre gli altri spiavano, avevamo deciso di andare a fare un giro sulla spiaggia……così attraversammo la strada ed entrammo in un vicolo strettissimo, tra due palazzi, che portava dritto sulla sabbia. Era bello da percorrere, soprattutto la mattina presto: si passava in pochi attimi dal quasi buio alla visione del mare, era una sensazione stupenda…Chiara non c’era mai passata…

- Ma non dovevamo andare in spiaggia? Dove mi stai portando?
- Chiudi gli occhi e vedrai……

Mi osservò con uno sguardo diffidente, poi si mise davanti a me (il vicolo era così stretto che si doveva procedere in fila indiana)….

- Ma se sto ad occhi chiusi non vedo nulla!
- Ti guido io, non ti preoccupare…

Le appoggiai le mani sulle spalle, e passo dopo passo arrivammo alla fine di quella stradina. In precedenza non avevo capito per quale motivo era stato lasciato uno spazio tra due palazzi, ma quello non era certo il momento di chiederselo……

- Beh, ora puoi aprire gli occhi
- ……mamma mia che bello!
- Non avevamo deciso di andare in spiaggia? Ecco qua!
- Ok…dai, andiamo……

Le ragazze e gli altri (Enrico, Marco, Michele) erano rimasti, dopo la parentesi agli autoscontri, sotto casa, come io ed Enrico avevamo previsto: Eleonora, che ancora per poco si sarebbe intrattenuta con noi, stava, dall’alto dei suoi 20 anni, spiegando alle altre come la pensava rispetto ai ragazzi…

- Vedete, fino a poco tempo fa anch’io ragionavo come voi, volevo il massimo, un bel figo per fare bella figura con le amiche…poi ho capito che quando funziona così è sbagliato…non bisogna trovare quello che vada bene alle tue amiche e tantomeno uno che vada bene solo perché è bello biondo e con gli occhi azzurri…l’importante è che sia una persona che vi voglia bene, è quello che fa la differenza, forse quanto la bellezza! E dovete pensare che vada bene a voi, non alle amiche, perché le amiche hanno i gusti diversi dai vostri. Non deve importare quello che pensano gli altri, ma quello che pensate voi.
- Per curiosità…com’è il tuo ragazzo? Chiese Barbara
- Il mio ragazzo? È normale! Potete chiedere a mio cugino che l’ha visto, anche se il suo parere magari non conta molto…è un ragazzo normale, non è un cesso ma non è nemmeno uno strafigo…ma io lo amo perché mi vuole bene e mi rende felice quando sono con lui, tutto qui. Preferisco uno normale che mi vuole bene a un figo che è anche deficiente
- E se un giorno tu trovassi uno che ti piace di più del tuo ragazzo? Chiese Valentina
- Prima mi deve dimostrare di volermi bene più del mio ragazzo, poi si vedrà…

Al dibattito naturalmente stava assistendo anche Emy. Sentendo quelle parole le venne in mente che in fondo i concetti espressi da quella ragazza somigliavano un po’ ai miei, e vedendo che ora era una ragazza più grande di lei ad esprimerli, capì che in fondo quello che più volte le avevo ripetuto e che tante altre avevo sostenuto andando in controtendenza con gli altri, nascondeva un po’ di verità. Ancora una volta le avevo dimostrato che avevo ragione io, aveva fatto una altra figuraccia, molto più pesante delle precedenti: era già la terza volta che ci cascava con Paolo. E per la terza volta era stata presa in giro. In quei momenti se ne rese conto, anche da quello che si diceva intorno a lei. Aveva capito che aveva sbagliato, e voleva rimediare. Questa volta, però, avrebbe dovuto essere davvero convincente, per farmi cambiare idea, perché l’aveva fatta proprio grossa.
Luca, Claudio e Carlo, per non far sapere agli altri dov’erano andati, andarono a comprare un gelato, e dopo circa quaranta minuti dalla loro uscita di scena, tornarono indietro con ancora in mano i loro bei coni…quando Elisa li vide s’irritò molto…

- Ah! Voi andate a comprare il gelato e non ci dite niente?
- Voi eravate lì a parlare e noi ce ne siamo andati… esclamò Carlo
- E ci mettete tre quarti d’ora per andare a prendere un gelato?
- Prima siamo andati a fare un giro, sai ci sono molte belle ragazze che passeggiano qui…
- Tanto mica guardano te, puoi fare anche a meno di andare a fare un giro, Carlo! Infatti s’è visto, la tua amichetta dov’è?
- È già partita con l’amica di Marco e io non lo sapevo, e neanche Marco sapeva niente

Scappò una piccola risata a tutti, compresa Emy: Luca intanto stava avvisando Enrico su quanto successo veramente……

- L’abbiamo visto qui dietro, alla fermata dell’autobus, dove siamo scesi domenica
- E allora?
- Era con una ragazza…una bella ragazza
- …ah! E poi?
- E poi…sono andati via, verso l’altra parte del Lido, io Claudio e Carlo siamo tornati indietro e abbiamo comprato il gelato……comunque abbiamo deciso di dirlo solo a te, sapevi già dove saremmo andati…per cui, gli altri non devono sapere niente, ok?
- Va bene, tanto prima o poi salterà fuori…

Io e Chiara nel frattempo avevamo percorso un bel pezzo di spiaggia, così decidemmo di sederci sulla sabbia, che per il caldo si era quasi asciugata: una fresca brezza proveniva dal mare e ,allontanandoci dal paese, i rumori delle giostre lasciarono posto al silenzio: udivamo solo le nostre voci e le piccole onde che, ad intervalli regolari, segnavano con il loro infrangersi sulla riva il tempo che io e quella ragazza stavamo trascorrendo insieme. Ci parlavamo come si ci conoscessimo da quando eravamo nati, ci erano bastate poche ore per ”legare” in quel modo. Quando fummo uno di fronte all’altra, Chiara si accorse di una cosa…

- Ehi, ma ti sei tagliato!
- Io?Dove?
- Sul braccio destro!

Quasi incredulo alzai il braccio e…era vero! Non me ne ero proprio accorto: avevo un bel taglio di tre o quattro centimetri…

- Come hai fatto?
- Vorrei saperlo anch’io……forse ho capito……prima di venire da te ero sugli autoscontri con un mio amico……fino a quando ho guidato io tutto ok, quando s’è messo lui ne abbiamo prese un sacco……questo dev’essere un ricordino……
- Ti piacciono le macchine…
- Amo le auto, è diverso…
- Vieni con me un attimo…
- Dove vuoi andare?

Mi portò vicino alla riva, dalla tasca destra dei pantaloni estrasse un fazzoletto di carta, e lo bagnò con l’acqua del mare……

- Dammi il braccio……

Senza rispondere feci quello che mi disse……passò il fazzoletto sul braccio, levandomi il sangue che era uscito……bruciava un po’ per via del sale, ma in quel momento ero come imbambolato, non sentivo né capivo nulla……cominciai a fissarla, fino a quando non se ne accorse e anche lei iniziò a guardarmi……per un momento smise di muovere il fazzoletto. Era buio, ma i suoi occhi brillavano come di una luce propria……rimanemmo così per qualche attimo……poi……

- Beh, adesso dovrebbe andare meglio…
- Cosa?
- Il taglio……il sale aiuta……
- Ah……sì……
- Che ore sono?
- Le dieci passate…
- Torniamo indietro? I miei non vogliono che torni troppo tardi…
- Va bene…

- Ma Max? Che fine ha fatto? È già la seconda volta che sparisce oggi!

Valentina fu la prima a chiedere di me in quella serata…

- Avete provato a vedere se ha il telefono acceso?
- Sì…- rispose Marco -…ma è ancora spento, praticamente è spento dalle nove, da quando è andato via
- Ancora? Ma si può sapere cos’ha?

Mai domanda di Elisa fu così fuori luogo, specialmente in quell’occasione, difatti se ne accorse subito

- Scusate…
- Lo sappiamo bene cos’ha, fossimo noi al suo posto credo che ci comporteremmo allo stesso modo…

Claudio diede quella risposta, che aveva due significati: per lui, Luca, Carlo e Enrico voleva dire “anche noi andremmo a cercare un’altra persona”, mentre per gli altri, i quali non sapevano niente di quello che realmente stava accadendo, voleva dire “anche noi al suo posto saremmo incavolati e cercheremmo di stare un po’ soli”

- Sì ma ogni volta non può comportarsi così! – esclamò Elisa. Mai l'avesse fatto, Claudio non aspettava altro per rispondere
- Ah, solo lui ogni volta non può comportarsi così? E allora visto che ci siamo, vogliamo parlare dei comportamenti di un’altra persona, per mettere le cose in parità?
- Ma dai piantala! È da oggi che rompile scatole all'Emy! Lasciala stare, non vedi che sta male?
- È colpa sua se sta male! Non si rende conto delle stronzate che combina! Non dirmi che questa non è una stronzata! Eravamo tutti pronti per vederla finalmente mettersi con Max, c’eravamo illusi quasi più di lui, e lei cosa fa? Crede ai messaggi di uno scemo che già due volte l’ha presa per il culo? Ma stiamo scherzando o cosa? Vorrei vedervi io, al posto suo, sareste molto più incazzati di lui, credetemi! Fa bene a fare quello che sta facendo………(anche questa frase con doppio senso)……

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CAPITOLO 14: E LA TEMPESTA

- Visto? Siamo arrivati in anticipo!
- Eh sì, posso ancora stare cinque minuti, poi devo andare su, i miei non accettano ritardi
- Beh, allora……ci vediamo…domani?
- Sì, per me va bene……
- Quando vai via? Ancora non me l’hai detto…
- Tra una settimana e mezzo……Domenica prossima……tu?
- Domenica……questa domenica……
- Beh, c’è solo una settimana di differenza!
- Come mai anche tu qui a Giugno? Non è periodo da ferie, io ed i miei amici l’abbiamo fatto per stare un po’ insieme, ma poi ognuno va via per i fatti suoi…
- Sono qui dall’undici del mese, i miei hanno le vacanze a Giugno e così…siamo venuti adesso……il braccio come va?
- Bene, me l’hai medicato da vera dottoressa……
- Grazie! Bisogna sapersi arrangiare nella vita, o no?
- Verissimo…
- Beh, è ora che vada, ci vediamo domani, allora! Ti mando un messaggio e ci mettiamo d’accordo!
- Va bene, a domani…

La guardai mentre si avvicinava al portone……ad un tratto si voltò e tornò verso di me.
Mi mise le braccia intorno al collo e m’abbracciò forte……per un attimo rimasi un po’ bloccato, in fondo la conoscevo da poco e già s’era attaccata a me in quel modo…mi sembrava strano…quasi mi aspettavo che qualcuno dei passanti mi dicesse “scemo è uno scherzo!”. Visto che nessuno me lo diceva, m’ispirai coraggio, e con le braccia le strinsi la schiena…

- Sei un bravo ragazzo…
- Come fai a dirlo?
- Perché?
- Mi conosci sì e no da sette od otto ore!
- Riconosco i bravi ragazzi, fidati…
- Vuoi sapere una cosa?
- Dimmi…
- Fai bene a fidarti…
- Hai visto?
- Dai, ora vai su, altrimenti i tuoi s’incavolano…
- Va bene, ci vediamo domani
- Ok…

Mi diede un bacione sulla guancia e si avviò di nuovo verso il portone, dietro al quale, dopo un ultimo saluto con la mano, scomparve dopo pochi secondi……
“ed ora viene il bello”: con il pensiero in pochi secondi ero già a quello che sarebbe accaduto sotto casa al mio arrivo

- Hai ragione…

Per la prima volta in tutta la sera Emy aprì bocca

- Sì, hai ragione……sono una scema
- Dai Emily…
- No Elisa, Claudio ha ragione……purtroppo sono così, sono stupida, me ne accorgo solo quando i casini li ho già fatti…

- Sì ma questo è bello grosso, come casino, te ne rendi conto?
- Sì, non so come fare per rimediare…
- Spero per te che tu ce la faccia, ma per me sarà molto più difficile di altre volte
- Lo so…
- Come fai ad esserne così sicuro Claudio? – Chiese incuriosita Barbara
- Perché questa volta mi ha dato l’impressione d’essere incazzato davvero…
- Ma se gli hai ricordato che poi fa sempre così e torna da lei!
- Gliel’ho detto per vedere cosa rispondeva e come si sarebbe comportato dopo…

Mentre i due fidanzati stavano discutendo, il telefono di Michele squillò……era la madre di Eleonora, il cellulare della figlia era spento…
La notizia fu che i genitori non potevano venire a prenderla per un problema alla macchina, così si decise di farla rimanere da noi anche quella notte. Tutto questo fu accolto positivamente dal gruppo, il quale trovava in Ele una ragazza simpatica, con la quale si poteva parlare di tutto……
Terminata la telefonata, ci fu un attimo di silenzio……Marco ruppe il ghiaccio…

- Beh, cosa facciamo, stiamo qui a guardarci in faccia? Io avrei sonno……
- Sempre il solito! Possibile che tu abbia solo sonno? - Gli rimproverò Valentina
- Aspettiamo Max e poi saliamo tutti, non sarebbe carino non farci trovare! - Suggerì Michele
- Per me va bene, poi bisogna anche organizzarci per trovare il posto a Debora per dormire – aggiunse Luca
- Enrico che ore sono? Chiese Michele
- Le undici meno un quarto, perché?
- Vorrei sapere quando arriva, ha ancora il telefono spento…

Michele non dovette domandarselo a lungo……in fondo alla via ad un tratto apparse la mia maglietta gialla, stavo finalmente tornando a casa.
Così come loro si accorsero del mio arrivo, anch’io mi resi conto che loro erano rimasti sotto casa, probabilmente per aspettarmi “che carini, ma preferirei che fossero già a dormire”.
Durante il tragitto verso casa non pensai altro che a Chiara……non capivo ancora come potesse darmi così tanta confidenza “è possibile……ci conosciamo da oggi pomeriggio”, davvero pensavo ad un altro scherzo, non mi sembrava una cosa “normale”, però non mi spiaceva che le cose stessero andando così, anzi…mi stava togliendo un po’ dalla mente tutto quello che stava succedendo con Emy, e francamente gliene ero molto grato, infatti, quando non ci pensavo stavo molto meglio……arrivato a pochi metri dai ragazzi m’accorsi che tra loro c’era ancora la cugina di Michele…

- Ciao ragazzi……Eleonora! Ancora qua! Hai pregato i tuoi di venirti a prenderti il più tardi possibile?
- No, è che i miei non possono venire perché hanno bucato una gomma appena partiti, e non avevano quella di scorta…
- Meno male che l’hanno bucata appena partiti……per cui rimani qui anche stanotte?
- …sì, se non do fastidio…
- Tu? Ma scherzi? Per dormire vieni da noi!
- Max?
- Dimmi Elisa!
- Ma da noi non ci sono cinque letti? Come facciamo?
- Non ti preoccupare……

Avevo già in mente cosa fare. Non c’erano cinque letti, era vero: ma c’era un divano in terrazzo, e quello sarebbe stato il mio letto per quella notte……il mio posto, vicino ad Emy, l’avrei lasciato con piacere alla cugina di Michele . Avrei evitato situazioni imbarazzanti…

- Ma si può sapere perché tieni sempre quel telefono spento? –

Claudio voleva sentire che scusa mi inventavo…

- Semplice! Non voglio rompimenti di palle! Voglio stare da solo e basta, non voglio sentire il telefono squillare ogni cinque secondi…

- Ah…- lanciò uno sguardo a Luca, il quale non rispose…
- Beh, cosa avete fatto mentre non c’ero- domanda stupida, quella che feci…
- Mah, abbiamo parlato un po’ di ragazzi, di come si comportano……fu la risposta dell'Ele

Mi scappò una risatina, in fondo sapevo benissimo che nella discussione avevano parlato anche di me e dell'Emy……mi appoggiai su un muretto senza guardare bene……quando mi girai avevo di fronte proprio lei……iniziò a fissarmi senza sosta……all’inizio cercai di non farci caso, ma quegli occhi puntati su di me come un fucile, dopo qualche minuto cominciarono a darmi fastidio. Più di una volta le lanciai delle occhiate come per dire “piantala di fissarmi!”, ma lei niente……continuò così per dieci minuti, e alla fine glielo feci notare……

- Beh, cos’hai tanto da guardare?

Intorno a noi quella domanda provocò un silenzio degno di un funerale, tutti smisero di parlare e iniziarono ad osservare me ed Emy……che rimase spiazzata da quella domanda, buttata lì con tono deciso……forse si aspettava qualcos’altro, forse si aspettava un “vieni qua”, come quando Paolo l’aveva mollata l’anno prima, forse credeva che anche quella volta l’avrei accolta a braccia aperte, come già troppe volte avevo fatto, ed invece no. Quella volta si accorse che avevo un atteggiamento diverso nei suoi confronti. Non curante, però, iniziò ad avvicinarsi a me……conoscevo quei movimenti, a memoria, sapevo già cosa voleva fare, ma questa volta doveva andare diversamente……l’avevo promesso a me stesso, e dovevo mantenere quella promessa…
Claudio aveva già incrociato le braccia, come per dire “ci risiamo”, Michele guardava con attenzione, qualche ragazza era già pronta alla nuova “tregua”, specialmente Elisa, che era vicina a me e che aveva sorretto Emy in quelle ore……ma………
……come allargò le braccia per abbracciarmi, io feci lo stesso, ma non volevo abbracciarla……la presi per i polsi, e la spostai verso Elisa, che mi guardò incredula……come era incredula Emy……mi fissò, intensamente, per pochi secondi, poi aggrappandosi alla Elisa iniziò a piangere singhiozzando.
Mi staccai dal muretto, e m’incamminai diritto verso il portone……Marco aveva già capito che volevo le chiavi, e subito si preparò per passarmele…prima di passargli affianco mi voltai……

- Non ci casco più Emily, adesso basta……ti sei divertita con me, fino all’altra sera! Trovati qualche altro pollo da spennare, con me hai chiuso…

- Max ma……
- "Max ma" niente, Elisa…una volta può andar bene, due anche, ma la terza no: non voglio più sentir parlare di niente, lasciatemi stare……Marco passami le chiavi…
- Tieni…

Senza dire nient’altro aprii il portone e presi l’ascensore……giunto al terzo piano aprii anche la porta di casa, entrai in terrazzo e senza nemmeno cambiarmi mi sdraiai sul divano. Per un momento accesi il telefono…erano le undici precise……controllai se erano arrivati messaggi……”niente”…spensi……
Finalmente il mio cervello aveva vinto sul mio cuore……ma non ci volle molto, perché il mio cuore……

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14-03-2004 11:21
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CAPITOLO 15: LA DURA REALTA

Eh sì, le cose erano davvero cambiate, da quella sera…
Il camminare sulla sabbia era stato stancante, nonostante quel pomeriggio non fossimo andati in spiaggia. Passarono pochi minuti da quando mi coricai sul divano, che già ero addormentato.
In strada intanto erano tutti turbati da quanto avevano visto poco prima…i commenti si sprecarono……c’era chi era dalla mia parte e chi difendeva Emy…
Nonostante ciò una reazione del genere da parte mia era attesa, non sarebbe stato “umano” reggere ancora……su tutti decise di parlare Claudio…

- Ragazzi prima o poi ce lo dovevamo aspettare…è inutile che adesso stiamo qua a fare commenti…ha ragione, non ha ragione…io sono dalla sua: al suo posto, mi spiace per Emily, ma avrei fatto così già dall’anno scorso, lui invece s’è fatto intenerire e c’è cascato
- Sì ma non vedi come sta Emy? Poteva anche evitare di fare quello che ha fatto! Ammonì Elisa
- Ma cos’ha fatto? Spiegamelo!
- L’ha trattata male!
- Se l’avesse trattava bene poi ci sarebbe ricascato, Elisa! E poi, vogliamo vedere chi si è comportato peggio? Benissimo! Mettiamo su un tavolo quello che Max ha fatto di male all'Emy e quello che Emy ha fatto di male ad Max, e poi vediamo! S’è presa gioco di lui per due anni, te ne vuoi rendere conto? In mezzo a noi lui è stato l’unico a volerle bene davvero, lei se n’è fregata e l’ha preso in giro, ed ora deve avere anche ragione? Io non vi capisco!
- Emily…
-………
- Ogni volta che Max è tornato da te l’ha fatto per darti la possibilità di rifarti, di ridargli fiducia in te, ed invece ogni volta hai fatto sempre peggio…ha creduto in te al punto di farsi deridere da tutti noi, e tu non l’hai mai capito, lo sai questo…
-………- con un movimento del volto Emy annuì
-E adesso s’è stufato, è inutile andargli contro, prima o poi doveva succedere. Non meritava d’essere trattato così, soprattutto da te. A questo punto io non so cosa dirti, adesso devi credere te al miracolo, se lo vuoi rivedere…spero che tu possa trovare uno come lui, ma ti dico che sarà molto difficile, non ho mai visto un ragazzo di sedici anni piangere per una ragazza……mi ha fatto pena………
- Dici davvero che non tornerà indietro? Chiese Barbara preoccupata
- Non l’avevo mai visto come stasera, credevo che avrebbe fatto come al solito, invece ci sono rimasto anch’io, per me non c’è più niente da fare…

La serata si concluse così……tutti quanti salirono nelle loro case, erano le undici e mezza.
Quando Elisa, Marco, Emy (che ancora piangeva) e Eleonora entrarono in casa, si accorsero che io stavo dormendo sul divano…Elisa allora capì…

- Ecco perché Max diceva che c’era posto da noi……
- Emily vuoi che dorma con te, così parliamo un po’…
- Sì Ele, grazie…

Emy s’accorse che il avevo il telefono vicino a me……era spento, ma non c’era problema. Voleva farmi un dispetto, e così, dopo avermelo preso da sotto il naso, uscì dalla porta e l’accese. Il codice? Lo conosceva bene……36459, che tramutato in lettere voleva dire, E (3), M (6) , I (4), L (5), Y(9). Ero arrivato fino a quel punto……mi ero dimenticato di cambiarlo, prima di addormentarmi……
Conosceva bene quel telefono, ed entrare nei messaggi non le creò difficoltà……

- Cosa stai facendo col telefono di Max - …le chiese Elisa
- Lui può guardare il mio telefono e io non posso guardare il suo?
Peggio per lei……era arrivato un messaggio nuovo……alle 23.15…
- E chi è questa Chiara? – si domandò Emy guardando la Elisa, mentre erano sopraggiunti Marco e Eleonora……io continuavo a russare…

“Credevo che il mio ragazzo fosse il migliore del mondo, ma m’è bastato poco per capire che forse c’è di meglio…sei troppo dolce…a domani, ciao”

Emy capì subito il mio comportamento, e cercando altri messaggi cancellò quello di Chiara: lo fece apposta, ma non le importava, voleva “vendicarsi”, ma di cosa non lo sapeva nemmeno lei…
Dopo quello di Chiara l’ultimo messaggio era quello di Paolo…

”dai, resisti ancora, mi voglio solo divertire un po’, qui non ho niente da fare! Non arrabbiarti! Tanto lo sai che non me ne frega niente! Ciao!”

In un minuto solo ricevette due colpi da KO. Ricominciò a piangere, mentre Marco spense il telefono rimettendolo al suo posto……Elisa non sapeva più cosa dire, l’unica cosa che ripeteva era:

- Paolo è un bastardo…
- Elisa alla fine lo sapevamo tutti che era così, è stata stupida lei… disse Marco
- Sì ma lui non può fare così…
- Sì ma lei non può fare così con Max……li ha persi tutti e due, sempre che Paolo l’abbia mai avuto……ne dubito…

Concluso il discorso i due andarono a riposare, così come fecero Emy e Debora, le quali iniziarono a parlare…

- Davvero l’hai trattato come ho sentito…
-……Sì……
- Perché, se era l’unico che ti voleva bene?
- Non lo so……
- A me Michele ha detto che non ti piaceva fisicamente, ma che di carattere ti andava bene…
- Sì, l’ho detto……
- Quel Paolo com’era fisicamente?
- Bello…occhi verde smeraldo…un metro e ottantacinque…
- Però era un cretino, a quanto pare…
- Sì……
- Allora vedi? La bellezza conta fino a un certo punto…
- Me ne sono accorta…
- Se ti avessi conosciuta prima, avrei fatto in tempo a consigliarti di dargli una possibilità…ma per come stanno adesso le cose, da quello che ho visto stasera…sarà già tanto se un giorno ti saluterà…
- Sono una scema……
- Ti ha mai detto “ti amo”?
- Sì…
- Quante volte…?
- Non ricordo...forse due…
- E come te l’ha detto?
- Una volta al telefono, l’altra in faccia…
- Non in quel senso, per “come” intendo…se era imbarazzato, aveva paura, o nello stesso modo avrebbe potuto dirti un’altra cosa…
- Aveva paura, tanta…quando m’ha detto che s’era innamorato di me, un anno e mezzo fa, gli tremavano le gambe…era bianco come il latte…
- Quando fanno così vuol dire che sono innamorarti davvero…lo sapevi?
- No…
- Se un ragazzo ti dice “ti amo”, ma lo dice come potrebbe dirti “mi fai schifo”, allora finge, ti vuole prendere in giro………se invece ha paura di dirtelo, vuol dire che teme la tua reazione, ha paura di perderti; ed in ogni caso, chi lo dice tremando, vuol dire che ama davvero…e se lui era così, dovevi dargli una possibilità, forse quello che per te mancava in bellezza l’avrebbe bilanciato con l’amore che ti avrebbe dato……anche se per me non è un cesso, è normale…
- Lo so che è normale, ma a me piaceva Paolo……come potevo stare con Max se mi piaceva un altro…
- E adesso chi ti piace?
-…Max
- E allora perché prima l’hai illuso e poi per un messaggino ti sei montata la testa?
- Non lo so…
- I “non lo so” nascondono sempre un “perché”…
- ……credevo che fosse cambiato……
- Ma scusa, Max non ti ha mai mandato messaggi di quel tipo?
-…Sì…
- E perché a lui non hai creduto? Sono certa che i suoi fossero più sinceri di quelli di Paolo…
- Perché……perché sono una stupida……fino a poco fa pensavo che contasse solo la bellezza, forse per fare bella figura con le amiche……invece non è vero……e me ne sono accorta solo oggi……
- E adesso?
- In che senso…
- Adesso, cosa farai…
- Boh…secondo te, cosa devo fare? Adesso poi c’è anche quella…
- Mah, magari è una storiella così……tu aspetta un po’, fagli passare l’incazzatura, e poi rifatti avanti……
- Potrebbe andare…
- In fondo, se lui ha aspettato due anni, tu puoi aspettare due mesi, o no?
- …Sì……

Eleonora ed Emy, però, non sapevano nulla di “quella”, come l’aveva chiamata Emy, ne sapevano solo il nome……non sapevano che era una bella ragazza, non sapevano che……m’era bastato un giorno per sentirmi con non mi ero mai sentito prima……finalmente……

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16-03-2004 22:21
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