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yoruno |
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[MANGA][RECE] Chobits
Chobits

Autore: CLAMP
Titolo originale: Chobits
Inizio della pubblicazione originale: 2001
Disegno: 7,5
Storia: 6
Voto complessivo: 7-
Questa recensione mi farà male… malissimo! Certo, perché io amo e adoro le CLAMP, il loro stile di disegno e le loro storie… ma Chobits?? Per quale errore della natura è finito tra la bibliografia del quartetto di Osaka? Sarò sincera: avevo valutato, subito dopo aver visto l’anime tutto d’un fiato, Chobits in maniera molto positiva, ritenendo che il suo finale fosse uno dei migliori tra quelli delle brave mangaka. Forse perché nell’anime, che ha seguito in maniera più che fedele il manga, alcune cose si notavano di meno, altre venivano approfondite di più con un pathos maggiore.
Il manga, che si snoda attraverso 8 volumi, è approdato in versione cartacea sulle poche pagine concessegli da Kappa Magazine nel giugno del 2001 (in contemporanea con il Giappone) e ha raggiunto solo nel 2003 un faticoso monografico dall’uscita bimensile, che si è concluso da poco sulla testata Express della Star Comics.
Beh, che dire… la storia che viene proposta è la seguente.
Siamo a Tokyo e Hideki Motosuwa, il protagonista, è il consueto ronin a cui i manga ci hanno abituato: sfigato, al verde e con una fantasia sessuale piuttosto vivida, la sera lavora in un locale come sguattero per racimolare un po’ di soldi e pagarsi gli studi. In realtà il sogno di Hideki sarebbe riuscire a comprarsi uno di quei computer che vanno tanto di moda, ovvero un persocon. I persocon (parola che sta per “personal computer” ) non sono altro che dei computer antropomorfi dalle potenzialità eccezionali, che la gente utilizza praticamente per fare qualsiasi cosa: dalla spesa alla gestione dei negozi, dalle pulizie alla contabilità, ecc. Pare che fra essi però, ci sia la possibilità di imbattersi in un "Chobit", un persocon leggendario, dotato di capacità straordinarie, superiori a tutti gli altri pc, ma non solo, anche di sentimenti e di umanità.
Caso vuole che il nostro protagonista una sera, al ritorno dal lavoro, incappi proprio in quello che si rivelerà essere il leggendario automa. Dopo averlo raccolto tra i rifiuti, nei quali era stato inspiegabilmente abbandonato, Hideki lo porterà a casa sua, dandogli il nome Chii, ispirandosi all'unica parola che il persocon, una ragazzina molto carina dalle sembianze di una 16enne, sa dire. Più avanti, grazie all'aiuto del suo amico Shinbo, del suo divertentissimo pc portatile Sumomo e del giovane genio Minoru Kokubunji, Hideki scoprirà cose inquietanti sulla vera identità della sua computerina e in che rapporti sia quest'ultima, la cui memoria è completamente resettata, con la bella amministratrice dell'appartamento in cui vive, Chitose Hibiya.
All’inizio i fili della storia sono piuttosto intricati e non tutto sembra lineare come sopra ho descritto, anche se certi elementi, per forza di cose, sono intuibili quasi da subito.
Chobits si rivela un manga infantile, scontato, privo di introspezione psicologica e MOLTO commerciale. Escluso l’inizio, tutto diventa fin troppo ovvio già dal secondo volume, non regalando più quei colpi di scena propri di manga come X/1999 oppure RG Veda. Per altro la caratterizzazione dei personaggi non è particolarmente brillante e questi risultano molto spesso odiosi ed irritanti. Basti pensare allo stereotipo trito e ritrito del ronin (Hideki) oppure al personaggio antipaticissimo di Chii, che al di là del fattore kawaii (=carineria), non offre praticamente nulla.
L’unico elemento interessante, a livello tematico, in tutto Chobits è il ripescaggio di alcuni personaggi da Angelic Layer (Icchan, il creatore degli Angels, che è morto e Kaede, deus di Blanche, morta anche lei), di cui Chobits potrebbe rappresentare in un certo senso il sequel.
Anche lo stile di disegno, affidato ancora una volta a Mick Nekoi (che in questo periodo sta sfornando parecchi manga per le CLAMP, tra cui l’ultimo “Lawful Drugstore” e “XXX Holic” ), pare essere stato utilizzato solo a scopo commerciale.
Nella recensione di RG Veda avevo scritto che spesso le CLAMP non piacciono per la tecnica della fantastica Mokona Apapa (che io personalmente preferisco), troppo pomposa e sfarzosa. Probabilmente loro se ne sono accorte, e, vedendo già con Angelic Layer un apprezzamento grafico maggiore, hanno deciso di sfruttare la leggerezza e la semplicità del tratto della Nekoi. Questo stile di disegno si adatta perfettamente a Chobits, ma tiene il lettore ben lontano quel coinvolgimento estetico che si avvertiva in tutte le opere clampiche fino a “Clover”.
Concludendo: Chobits non è assolutamente ai livelli standard a cui ci hanno abituato le CLAMP e proprio perché sono le mie autrici preferite lo voglio bocciare e stroncare, sperando che Lawful Drugstore (che contenutisticamente è tornato ai sapori antichi) ci proponga qualcosa di nettamente superiore.

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"Voi che tingete i mari del colore dello zinco, che tramutate i boschi in gialli deserti, i venti in fumi di polveri da sparo e che bruciate i cieli. Voi che volete ripetere i malvagi atti della sconsiderata Lilith, che fu la prima moglie di Adamo e poi la sposa del Diavolo. Voi che volete ripetere la ribellione scatenata da Lucifero, del mondo celeste il più splendente. Voi! Ascoltate l'afflizione della sottospecie alata che vola alta nel cielo." [Angel Sanctuary]
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Last edited by yoruno on 26-11-2004 at 14:11
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