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Informatica e economia
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cosa ne pensate?
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more and more there is this animal
looking out thorugh my eyes
capitalism is the devil's wet dream
the big plan is just to keep spinning, 'cause the big bang is always just beginnin'
Da parte mia due considerazioni di carattere generale e puramente personali:
1) Il proliferare delle nuove lauree mette le aziende potenzialmente di fronte ad un dilemma. In assenza di una comunicazione efficace fra universita' ed aziende su questo tema, diventa difficile per queste ultime capire la valenza dei singoli titoli.
Leggendo i percorsi didattici citati nel sito ho l'impressione che siano fin troppo tagliati su una singola carriera professionale.
2) Nel sito si dice quanto segue:
"Il laureato in Informatica per l’economia e per l’azienda può sostenere l’esame di stato di abilitazione all’esercizio delle libere professioni?
Certamente, il laureato in Informatica per l’economia e per l’azienda ha le stesse possibilità dei laureati specialistici in informatica. L’iscrizione alla Sezione A dell’Albo degli Ingegneri – Settore Informazione, è subordinato al superamento dell’esame di Stato al quale si accede avendo una laurea specialistica in informatica della Classe 23/S. L’iscrizione all’albo è importante perché nel futuro solo coloro che vi saranno iscritti potranno, ad esempio, firmare progetti per la Pubblica Amministrazione."
La mia versione è invece la seguente.
Analizziamo la situazione (chiaramente ci sono eccezioni):
- l'informatico che entra in azienda effettivamente viene visto come specialistico e relegato nel suo regno, non partecipa alla vita aziendale, anche se la fa "girare".
- già da qualche tempo i cdl in informatica hanno inserito aspetti importanti per le aziende: l'inglese, le conoscenze economiche/aziendali, alcuni corsi/progetti legati a prodotti largamente diffusi in azienda (ERP come SAP o DB come Oracle o altro ancora)
- last but not least, ci si sta accorgendo (era ora ) che parlare di informatica è come parlare dello scibile umano: è un mondo infinito! Lo sappiamo benissimo che due laureati in Informatica protrebbero avere fatto percorsi talmente differenti da non parlare neanche la stessa lingua.
In sostanza, il mondo chiamava a Denari e l'università rispondeva
a Picche!!
Qualche anno fa c'è stata la crisi per cui non se ne sfornavano abbastanza (ecco il proliferare di tante versioni). Poi, il fai-da-te ha fatto nascere come funghi "professionisti" di ogni sorta e grado.
Quello che posso dire è che le esigenze sono tante e se l'università non risponde a tempo e regolamentando bene le cose, il mercato si crea i propri standard de-facto.
Personalmente, approvo la nascita di specializzazioni, ma non quella di diversi corsi. Vorrei insomma che il tutto fosse coordinato da un'unica entità a cui far riferimento (e che sappia vendersi bene il proprio "brand").
Ciao,
Elio
Da tempo viene richiesta
confermo quanto riferito dal collega Elio nel precedente post.
Il corso di Laurea, a mio avviso, dovrebbe essere il medesimo con una serie di indirizzi di specialità su cui potersi orientare.
E' normale osservare una continua specializzazione (e verticalizzazione) delle competenze che è peraltro avvenuta in tutte le aree della scienza.
Ad inizio secolo esisteva la laurea in medicina, oggi esistono centinaia di specializzazioni in medicina (cardiologia, neurologia, ginecologia, ecc.)
Di fatto anch'io, laureato in Scienze dell'Informazione, proprio perchè desideravo una connotazione più aziendale, decisi di inserire nel piano di studi gli esami di "Trattamento dell'Informazione nell'Impresa" ed "Economia ed Organizzazione Aziendale".
Tale scelta mi ha consentito di poter parlare (e comprendere) la stessa lingua dei Responsabili Economici Aziendali che, ovviamente, non riescono invece a comprendere la nostra.
Quindi, tornando alla domanda, credo che la scelta sia da analizzare sulla base delle ambizioni/passioni che si desidererà perseguire.
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