[Racconto] Un sogno in 7 giorni
Posted by Pegasus83 on 27-12-2003 23:00
PREMESSA

Questa è una storia che ho iniziato a scrivere a 16 anni, in un periodo nel quale ero follemente innamorato di una ragazza...ieri sera l'ho ritrovata nel mio PC, l'ho ricostruita e ho deciso di postarla qui, capitolo per capitolo....prima di postare ogni capitolo lo rileggerò per correggere gli errori dovuti alla scrittura di un 16enne...:D
Essendo un semplice principiante non aspettatevi chissà cosa, ma visto che l'ho ritrovata e visto che sul dsy c'è un'area apposita per queste cose...beh...ho deciso di postarla....spero vi piaccia...:D almeno un pochino!

Ale....

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Qui trovate il forum per i commenti sul racconto, così non si intasa questo 3d....

http://webtool.html.it/servizi2/for...essageid=447197

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CAPITOLO 1: I PREPARATIVI

Socchiusi gli occhi………mi voltai a sinistra per dare uno sguardo all’orologio del videoregistratore…con molta fatica, per gli occhi ancora “assonnati”, riuscii a identificare i numeri…le 5.30…lo stereo si era acceso, la radio aveva iniziato a sopraffare il silenzio notturno, totale, classico di un orario come quello. Stava svolgendo per l’ennesima volta il suo compito, come aveva fatto durante tutto l’anno scolastico appena concluso, in cui mi dava il risveglio con una canzone sdolcinata oppure scaraventandomi giù dal letto a ritmo d’Offspring o di Blink 182…si perché, conoscendomi, impostavo il volume alto abbastanza da dovermi alzare e abbassarlo per evitare di svegliare tutto il palazzo…ma quello non era un semplice, monotono, noioso giorno di scuola. Era una domenica. Era “quella” domenica, il 25 Giugno 2000. La scuola non c’entrava più, era finita! Ero stato promosso, senza troppe difficoltà, fortunatamente. Anche i miei migliori amici avevano passato l’anno: Luca, Michele, Carlo, Marco, Manuela, Elisa, e poi Emily, per lei essere promossa fu una formalità. Figuriamoci, secchiona com’era! Passava tutto il giorno a studiare come fosse la cosa più naturale di questo mondo, chissà come faceva... Guardavo i suoi voti e a volte mi veniva davvero da suicidarmi…
Eh no, quella non era una giornata qualunque, era l’inizio di un’avventura – Sarà una settimana meravigliosa! – pensai.
Avrei trascorso una settimana intera al mare, solo con i miei migliori amici, non ci volevo credere, ma era vero, tutto incredibilmente vero!!!
Mi strofinai gli occhi, ancora mezzo addormentato: erano ormai due settimane che dormivo fino alle 11, ma dovevo alzarmi – Non posso addormentarmi proprio oggi! – continuai a ripetermi, fino a quando non puntai le mani ai lati del letto e mi tirai su a fatica, i muscoli quasi non reagivano, ma alla fine ci riuscii.
A differenza dei giorni di scuola, quella mattina era tutto pronto, tutto perfetto (per una volta mi ero organizzato!). La valigia era stata preparata la sera prima: lo zaino con tutte le altre cose, importanti o meno, era ancora aperto, ma mancavano due o tre oggetti per riempirlo, le ultime cose da decidere se portare o meno prima di partire.
M'infilai le pantofole, e pian piano mi avviai verso il bagno: avevo ancora gli occhi semichiusi, ma la distanza era poca, e una volta tanto non picchiai la testa da nessuna parte………mi feci una bella doccia…lasciai il getto d’acqua calda massaggiarmi la schiena per qualche minuto mentre pensavo a tutti i contorni della settimana che avrei trascorso….– Ah…una bella doccia calda ci voleva proprio!!! – dissi tra me e me quando finii.
Tornai in camera, un’altra occhiata verso l’orologio, le 6: le previsioni della sera prima davano bel tempo, ed erano esatte…nonostante non ci credessi molto, per una volta il colonnello di turno aveva azzeccato tutto. Infatti, una volta aperte le persiane, mi accorsi che il sole stava salendo, il cielo era terso, senza una nuvola, semplicemente perfetto. Presi i vestiti che avevo appoggiato sulla sedia la sera prima, e mi vestii con calma, nonostante fossi molto agitato: quei 7 giorni sarebbero stati i più importanti della mia vita, e ne ero consapevole, quella era l’OCCASIONE per eccellenza, sarei stato una settimana a stretto contatto con lei, e non correvo nessun rischio di prese in giro: con noi c’erano le poche ma uniche persone su cui potevo contare veramente e senza alcun timore.
Una volta terminata la colazione con il classico latte e cereali, finalmente ero pronto per uscire: stranamente ero in anticipo, così controllai lo zaino per essere sicuro di non aver dimenticato nulla. Avrei portato con me un po’, anzi, molte cassette da ascoltare, un mazzo di carte, e il mio computer portatile, tanto per tenermi in allenamento…
Mia mamma intanto si era svegliata, uscì dalla camera e venne a cercarmi per vedere se ero ancora in casa

-Tutto a posto?
-Si, ho preso tutto, o almeno spero…quando arriva papà vado…
-Ragazzi fate attenzione…
-Mamma, non ti preoccupare, stiamo via una settimana, non un anno!! E poi siamo abbastanza come numero e abbastanza grandi da poter resistere da soli…
-Stai uscendo adesso?
-Beh, sono… cavolo!!! Sono già le sei e mezza!!! È meglio che vada, il pullman parte alle 7 e un quarto!! Spero che i mezzi per una volta passino in tempo…

Dall’essere in anticipo mi trovai subito in ritardo, perché non trovavo il carica batterie del mio cellulare, così un po’ frettolosamente salutai la mamma, mio papà era ancora in giro a lavorare e Tommy, il mio cagnolino, era con lui: li avevo già salutati la sera prima, per cui non c’era più motivo di aspettare. Presi il telefonino, il walkman, la valigia e lo zaino, e uscii di casa con il classico passo di uno che ancora pensa di avere la testa nel cuscino.
Se c’era una cosa non prevista era la strada da fare per arrivare al Castello, dove si trovava il pullman che ci avrebbe portati in “vacanza”: decisi così al momento, e aspettai l’autobus alla fermata di fronte casa mia, la fermata che ormai da tre anni segnava l’inizio del mio tragitto verso scuola: - Oggi si cambia destinazione! -, mi dissi guardando indietro…per fortuna l’autobus stava arrivando, e una volta salito trovai libero anche il mio posto preferito, quello dal quale si può vedere la strada. Mi sedetti, posai lo zaino vicino alla valigia, e guardai il telefono: “Calls: 1”, una chiamata senza risposta (tenevo la lingua inglese perché mi piaceva di più), era Luca, e così gli risposi. Pensai che anche per lui sarebbe stata una bella settimana, finalmente solo con la sua Manu, come voleva da tanto tempo. Il suo ex l’aveva lasciata in malo modo dopo avergliela portata via, non senza qualche discussione. Ma ormai era finita, e Luca poteva stare tranquillo, forse quella sarebbe stata la volta buona che più nessuno s'intromettesse tra lui e il suo amore.
Poi c’erano gli altri: Elisa, che in coppia con Emy si sarebbe divertita un casino, i tre “Moschettieri”!! Marco, Michele e Carlo, il terzetto del basket: si conoscevano da un casino d’anni, erano amici per la pelle. E per la loro gioia ero riuscito e far venire anche lei, Valentina, ogni volta che ci pensavo mi dicevo – Chissà che roba quei quattro, ci sarà da ridere! -.
E di sicuro non poteva mancare Claudio, lui non ebbe problemi a venire, i suoi si fidavano di lui, la sua ragazza Barbara, invece, ebbe qualche discussione con i propri parenti, ma alla fine riuscì a far parte del gruppo. C’era ancora una persona, quella che doveva fare da “Tutor” per noi minorenni, ed era Enrico, il cugino di Luca, un ragazzo come ce ne sono pochi in giro: gli venne assegnato l’arduo compito di farci da guardia, ma ce l’avrebbe fatta sicuramente. Aveva 19 anni, per cui con lui si poteva stare tranquilli, ed in ogni caso c’era bisogno di qualcuno più grande di noi, i nostri genitori si sarebbero fidati di più sicuramente..ed era, tutto sommato, giusto così.
Tra questi pensieri arrivai al capolinea della 65, erano le sette meno dieci
– Porca miseria una volta che devo essere in anticipo sono in ritardo!!! -. Infatti era vero, quando non ce n’è bisogno sei in anticipo, quando si deve essere puntuali per forza, accade sempre qualcosa. A scuola per esempio l’entrata era alle otto meno dieci e io alle sette e 35 girovagavo già nei dintorni… quel giorno invece rischiavo di perdere il pullman!!!
Un miracolo divino fece sì che la metropolitana arrivasse all’istante
- Meno male che devo fare solo tre fermate! – In pochi minuti ero alla fermata del Castello, guardai subito l’orologio, erano le sette e dieci!!! Cominciai a correre nonostante i pesi della valigia e dello zaino, e in pochi attimi fui in superficie, ma quando guardai bene la strada non vidi anima viva…pensai subito che il pullman fosse già partito, poi sentii una mano appoggiarsi sulla spalla…

-Ti sei spaventato, eh? Mi chiese Luca
-Cavolo pensavo che mi aveste abbandonato! Ma il pullman dov’è?
-È dietro l’angolo, hanno spostato la fermata!

Tirai un sospiro di sollievo, e seguii Luca fino a quando non vidi gli altri, ero proprio l’ultimo!!

-Allora cos’è questo ritardo? A scuola arrivi per primo e in vacanza non ci vuoi andare? Incalzò Elisa
-Mamma mia quante storie, e poi non sono ancora le sette e un quarto, perciò…zitti!!!

C’erano proprio tutti: i tre Moschettieri, Manuela, Valentina, Claudio, Barbara, Enrico, Luca, Elisa, e naturalmente c’era anche Emy. Quando la vidi cominciò a battermi il cuore al solo pensiero che i miei occhi l’avrebbero vista per tutto quel tempo!
Ma non c’erano solo loro, c’erano anche tutti i genitori, e c’era anche mio papà con Tommy. Avevano fatto giusto in tempo per venire a salutarmi: infatti dopo pochissimo tempo fummo chiamati per caricare i bagagli, e dopo i saluti e le raccomandazioni da parte dei nostri cari, arrivò il momento di salire sul pullman, in fila indiana, uno dopo l’altro. Una volta pronti, pensai che ci sarebbe stata la solita lotta per i posti a sedere: sì, i biglietti erano numerati, ma essendo in 12 potevamo scambiarceli, tanto nessuno avrebbe detto nulla…invece no, sembrava che tutti già sapessimo come ci dovevamo disporre, ed infatti Luca si mise vicino a Manuela, Claudio accanto alla sua ragazza, io affianco ad Emy, Valentina con Michele, Marco con Carlo e infine Elisa con Enrico. Sistemate le ultime cose tutto era pronto: ci fu il tempo per gli ultimi saluti dai finestrini e poi il motore si accese, così come l’aria condizionata (quella mattina c’era un gran caldo). Pochi attimi, e il pullman iniziò a muoversi

-Ragazzi…si parte!!! Esclamai, ci aspettava una gran settimana!!


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